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domenica 11 marzo 2018

L'era della demagogia

Il conservatore non critica l'élite politica per essere peggiore del popolo, ma perché incapace di governare il popolo, dominarne le passioni e tenerlo nei suoi limiti. Quando élite e popolo condividono gli stessi vizi, pregiudizi e le medesime passioni, quando élite e popolo sono indistinguibili se non nei privilegi, allora la politica non governa ma è governata dalle passioni e dai luoghi comuni che condivide col popolo, e osserviamo allora élite e popolo alimentarsi reciprocamente di aspettative false, false credenze, luoghi comuni. Primo fra tutti le scempiaggini condivise, è il credo nella onnipotenza dell'azione statuale, che è riflesso della (stolta) fede nella onnipotenza della volontà popolare. In questo gioco di aspettative insensate le élite politiche democratiche saranno sempre perdenti perché solo un tiranno dispotico potrà soddisfare (almeno temporaneamente) il delirio del popolo. In regime di democrazia sentirete allora il popolo disprezzare la élite politica; ma è solo intuizione, incosciente e inconfessabile, dei limiti della politica anche quando è espressione della volontà popolare; ma è anche intuizione della falsità del principio egualitario che della democrazia è il credo ultimo e fondamentale. È allora l'era della demagogia, quando il popolo perde il senso della realtà e si mette a inseguire ogni genere di capriccio ideologico cercando e infine trovando nella élite politica i complici e le guide al proprio eccesso di aspettative nelle possibilità dello stato. L'era della demagogia, quella in cui passa la fola per cui qualsiasi esito è possibile alla volontà popolare materializzata in un governo, ecco il peggiore incubo per un vecchio conservatore come me.
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Pubblicato da Carlo Annoni su Facebook  il 16 agosto 2017

giovedì 20 luglio 2017

L'idea vincente del liberalismo classico e l'errore fatale del libertarismo

Qualche giorno fa, alcuni amici libertari hanno proposto e fatto circolare un vecchio articolo di J.H. De Soto dal titolo "L’idea vincente del libertarismo e l’errore fatale del liberalismo classico"
Forse per ingenuità, ma per questa volta mi azzardo ad affrontare, da dilettante della scienza della politica, un accademico titolato e le sue tesi.


giovedì 4 maggio 2017

Le idee hanno conseguenze

Le idee hanno conseguenze, e idee piccole, per non dire infime, possono avere enormi conseguenze. E' quello che capita nella vita della società quando certe idee si impossessano delle menti.
Di Carlo Annoni

sabato 25 marzo 2017

La Ue e le aspettative fuori luogo di tanti antieuropeisti e europeisti

L'errore di un certo antieuropeismo ma anche di un certo europeismo è pensare l'Europa come un grande stato italiano, dove si dispensano pensioni, rendite e privilegi, e non comprendere che la Ue è un grande campionato tra stati sovrani (quelli europei) che concordano regole comuni pacifiche per affrontarsi in campo. In molti antieuropeisti, ma anche in molti europeisti, purtroppo, vedo soltanto la nostalgia del baraccone italiano su scala continentale.
Come in questo paese si è smarrita completamente la complementarietà tra libertà e responsabilità, e tra diritti e doveri, così si proietta questo proprio mondo "interiore" sull'Europa per condannarla, gli antieuropeisti che colgono l'impossibilità di questa aspirazione, e alcuni europeisti, che si illudono della fattibilità di questa aspirazione. Sarebbe meglio pensassimo a giocare e bene le partite possibili, invece che perdersi nella sterile critica delle regole del gioco.

lunedì 13 marzo 2017

Europa, europeismo, Italia e "italianismi" - Botta e risposta tra Carlo Annoni e Carmelo Palma

Da una lettera aperta a Forza Europa un dialogo tra Annoni e Palma attorno alle idee di Europa .. e d'Italia. Dal blog "Finanza e Lambrusco"

martedì 24 gennaio 2017

Primarie, una opzione per contrastare la decadenza della politica

"trasformare le prossime elezioni comunali piacentine in una esperienza non scontata: darsi regolamenti seri e chiari, e aprire una competizione interna che porti a delle primarie da cui far emergere i candidati sindaci di ciascuno schieramento"
Intervento di Carlo Annoni pubblicato su quotidiano "Libertà" di Piacenza il 22 gennaio 2017 


sabato 17 dicembre 2016

Perché l’Italia uscirà dall’euro

A dispetto delle parole spese quotidianamente dai governanti italiani, i fatti vanno in una direzione che costringerà l'Italia a uscire dall'euro.
 L’Italia, sarà bene iniziare a capirlo, non uscirà dall’euro attraverso un percorso decisionale, ma perché costretta a uscire dall’euro perché impossibilitata a rimanerci, e questo a prescindere dalle intenzioni dei futuri governanti italiani.

Di Carlo Annoni.
Pubblicato su finanza & lambrusco il 15 dicembre 2016.

giovedì 30 giugno 2016

Le lezioni della brexit

Cosa possiamo imparare dalla brexit?
La brexit dimostra la decadenza delle élite britanniche rimaste imprigionate nei giochetti di potere condotti con l'arma della demagogia. A giocare di demagogia si finisce preda dei demagoghi. Lezione ovviamente universale e di grande attualità nella crisi delle elite occidentali.
Altra lezione possibile? quello che la brexit ha mostrato è l'eterna minaccia della hybris, con un popolo ripresosi miracolosamente dalla perdita dell'impero e di nuovo insuperbitosi perdendo lucidità.  
E infine a palesarsi oggi c'è la crisi della democrazia, che per non degenerare in un regime di demagogia, ha bisogno di una aristocrazia politica, intellettuale e civile che ne temperi le possibili degenerazioni.
Da Tucidide a Tocqueville non mancano gli avvertimenti sul lato oscuro della democrazia. E siamo ancora a parlare di crisi delle elite occidentali.

Carlo Annoni
28 giugno 2016

domenica 31 gennaio 2016

martedì 15 dicembre 2015

Renzismo. Appunti

Riflessioni sul renzismo, ultima forma della decadenza politica in Italia.
Di Carlo Annoni
"[..]proprio il sistema di potere esistente, con la rete sottostante di interessi, è ciò che rende il paese incapace di trovare soluzione ai tanti problemi che lo affliggono. Ma l’idea del blocco sociale che esprime le corporazioni che governano il paese, non è quella di risolvere problemi di cui si è parte, ma quella di sostituire un attore ormai consumato con qualche nuova comparsa. Così è arrivato Renzi, così se ne andrà."



venerdì 13 marzo 2015

Italia: paese della retorica demagogica

di Mario Saccone
Grande mobilitazione per il 28 marzo a Roma per la manifestazione indetta dalla FIOM. Sembra che il problema italiano sia la contrapposizione tra il Job Act el'articolo 18. Il dibattito è risibile da entrambe le parti. L'articolo 18 (insieme all'articolo 1 quello della repubblica fondata sul lavoro e ad altri sparsi qua e là a condire l'insalata) non ci ha risparmiato, fin dall'inizio della repubblica ad oggi, diversi milioni di disoccupati, inoccupati ed espulsi dalle piccole imprese. Il job act d'altro canto non porterà i previsti lavori e capitali stranieri: fino a che per avere un permesso dalla pubblica amministrazione ci vorranno anni e per risolvere una causa altri anni, per questi motivi e non per l'articolo 18, nessuno si arrischierà a metter su aziende il Italia.

venerdì 5 luglio 2013

Diamo speranza nella crisi, abbattiamo i privilegi.

Articolo di Patrizia Calza che riprende intervento della serata del 26/6/2013 su "Lo stallo italiano".

giovedì 27 giugno 2013

Lotta politica, coscienza sociale e sviluppo economico


Intervento pronunciato da Carlo Annoni il 26/6/2013 nell’ambito dell’incontro pubblico su “L'Italia in stallo: precipitare nel sottosviluppo o riconquistare il cielo dello sviluppo?”

giovedì 11 aprile 2013

La vita è lotta. Perchè la scuola rifiuta di insegnarlo e tanto meno insegna a lottare?


Una riflessione di Carlo Annoni con la coda di discussione cui ha dato luogo su Facebook il 10 aprile 2013.

sabato 1 dicembre 2012

Le condizioni per un impegno: lettera aperta al mondo liberale italiano

Come evitare la dispersione (o astensione) del voto liberale? E' possibile che il prossimo governo Monti non si riduca ad essere l'ennesima trovata con cui il regime partitocratico e le classi dominanti cercano di mantenere saldo lo status quo? Quali le responsabilità e le scelte che devono compiere i tanti dirigenti dei tantissimi movimenti e gruppetti che si richiamano al liberalismo per dimostrare una propria “necessità” o quanto meno utilità storica? A queste domande tento di dare la risposta in questo breve intervento che ho indirizzato ad amici e dirigenti di gruppi di ispirazione liberale di mia conoscenza.
C.A.

lunedì 20 agosto 2012

Dal liberalismo parolaio al liberalismo di lotta

di Carlo Annoni e Mario Saccone

Avendo alle spalle almeno un ventennio di liberalismo declamato e sempre puramente parolaio quando non strumentale a piccoli fini personali, Carlo Annoni e Mario Saccone ricordano agli estensori dei recenti appelli a marchio "liberale" che solo un liberalismo fondato nell'analisi della società e radicato nei conflitti sociali può trasformare gli astratti principi di libertà in realtà.
E' un liberalismo di lotta quello che abbiamo bisogno per ridare prospettive al paese, e basarle su solide fondamenta.


sabato 16 giugno 2012

Per i problemi del Nord non servono nuove (!!) facce, ma coscienza e autonomia delle classi sociali oggi spremute da Stato, corporazioni e oligopoli


Cari amici di Verso Nord,
ho aspettato un mese prima di trovare la giusta motivazione per inviare questo intervento. So che l’intervento troverà poco consenso, ma nella vita ho da tempo deciso che, non puntando al mestiere del politico, posso permettermi l’impopolarità.