Il conservatore non critica l'élite politica per essere peggiore del popolo, ma perché incapace di governare il popolo, dominarne le passioni e tenerlo nei suoi limiti. Quando élite e popolo condividono gli stessi vizi, pregiudizi e le medesime passioni, quando élite e popolo sono indistinguibili se non nei privilegi, allora la politica non governa ma è governata dalle passioni e dai luoghi comuni che condivide col popolo, e osserviamo allora élite e popolo alimentarsi reciprocamente di aspettative false, false credenze, luoghi comuni. Primo fra tutti le scempiaggini condivise, è il credo nella onnipotenza dell'azione statuale, che è riflesso della (stolta) fede nella onnipotenza della volontà popolare. In questo gioco di aspettative insensate le élite politiche democratiche saranno sempre perdenti perché solo un tiranno dispotico potrà soddisfare (almeno temporaneamente) il delirio del popolo. In regime di democrazia sentirete allora il popolo disprezzare la élite politica; ma è solo intuizione, incosciente e inconfessabile, dei limiti della politica anche quando è espressione della volontà popolare; ma è anche intuizione della falsità del principio egualitario che della democrazia è il credo ultimo e fondamentale. È allora l'era della demagogia, quando il popolo perde il senso della realtà e si mette a inseguire ogni genere di capriccio ideologico cercando e infine trovando nella élite politica i complici e le guide al proprio eccesso di aspettative nelle possibilità dello stato. L'era della demagogia, quella in cui passa la fola per cui qualsiasi esito è possibile alla volontà popolare materializzata in un governo, ecco il peggiore incubo per un vecchio conservatore come me.
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Pubblicato da Carlo Annoni su Facebook il 16 agosto 2017
"La libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono" G.B.Shaw
domenica 11 marzo 2018
L'era della demagogia
giovedì 20 luglio 2017
L'idea vincente del liberalismo classico e l'errore fatale del libertarismo
Forse per ingenuità, ma per questa volta mi azzardo ad affrontare, da dilettante della scienza della politica, un accademico titolato e le sue tesi.
giovedì 4 maggio 2017
Le idee hanno conseguenze
Di Carlo Annoni
sabato 25 marzo 2017
La Ue e le aspettative fuori luogo di tanti antieuropeisti e europeisti
Come in questo paese si è smarrita completamente la complementarietà tra libertà e responsabilità, e tra diritti e doveri, così si proietta questo proprio mondo "interiore" sull'Europa per condannarla, gli antieuropeisti che colgono l'impossibilità di questa aspirazione, e alcuni europeisti, che si illudono della fattibilità di questa aspirazione. Sarebbe meglio pensassimo a giocare e bene le partite possibili, invece che perdersi nella sterile critica delle regole del gioco.
lunedì 13 marzo 2017
Europa, europeismo, Italia e "italianismi" - Botta e risposta tra Carlo Annoni e Carmelo Palma
martedì 24 gennaio 2017
Primarie, una opzione per contrastare la decadenza della politica
Intervento di Carlo Annoni pubblicato su quotidiano "Libertà" di Piacenza il 22 gennaio 2017
sabato 17 dicembre 2016
Perché l’Italia uscirà dall’euro
Pubblicato su finanza & lambrusco il 15 dicembre 2016.
giovedì 30 giugno 2016
Le lezioni della brexit
Cosa possiamo imparare dalla brexit?
La brexit dimostra la decadenza delle élite britanniche rimaste imprigionate nei giochetti di potere condotti con l'arma della demagogia. A giocare di demagogia si finisce preda dei demagoghi. Lezione ovviamente universale e di grande attualità nella crisi delle elite occidentali.
Altra lezione possibile? quello che la brexit ha mostrato è l'eterna minaccia della hybris, con un popolo ripresosi miracolosamente dalla perdita dell'impero e di nuovo insuperbitosi perdendo lucidità.
E infine a palesarsi oggi c'è la crisi della democrazia, che per non degenerare in un regime di demagogia, ha bisogno di una aristocrazia politica, intellettuale e civile che ne temperi le possibili degenerazioni.
Da Tucidide a Tocqueville non mancano gli avvertimenti sul lato oscuro della democrazia. E siamo ancora a parlare di crisi delle elite occidentali.
Carlo Annoni
28 giugno 2016
domenica 31 gennaio 2016
L’ARTE DI ASSOCIARSI: IL MESTIERE CHE MANCA AI LIBERALI
Pubblicato il 31 gennaio 2016 su Strade
martedì 15 dicembre 2015
Renzismo. Appunti
"[..]proprio il sistema di potere esistente, con la rete sottostante di interessi, è ciò che rende il paese incapace di trovare soluzione ai tanti problemi che lo affliggono. Ma l’idea del blocco sociale che esprime le corporazioni che governano il paese, non è quella di risolvere problemi di cui si è parte, ma quella di sostituire un attore ormai consumato con qualche nuova comparsa. Così è arrivato Renzi, così se ne andrà."
venerdì 13 marzo 2015
Italia: paese della retorica demagogica
martedì 10 febbraio 2015
A proposito di articolo "FLI, Fare, Scelta Civica: tre sigle, stesso fallimento" di Federico Cartelli
giovedì 13 febbraio 2014
Le restrizioni all'immigrazione sono una minaccia alla prosperità della Svizzera?
mercoledì 6 novembre 2013
Torino 5 novembre 2013: qualcosa di importante è successo (di Carlo Annoni)
venerdì 5 luglio 2013
Diamo speranza nella crisi, abbattiamo i privilegi.
giovedì 27 giugno 2013
Lotta politica, coscienza sociale e sviluppo economico
giovedì 11 aprile 2013
La vita è lotta. Perchè la scuola rifiuta di insegnarlo e tanto meno insegna a lottare?
Una riflessione di Carlo Annoni con la coda di discussione cui ha dato luogo su Facebook il 10 aprile 2013.
sabato 1 dicembre 2012
Le condizioni per un impegno: lettera aperta al mondo liberale italiano
lunedì 20 agosto 2012
Dal liberalismo parolaio al liberalismo di lotta
Avendo alle spalle almeno un ventennio di liberalismo declamato e sempre puramente parolaio quando non strumentale a piccoli fini personali, Carlo Annoni e Mario Saccone ricordano agli estensori dei recenti appelli a marchio "liberale" che solo un liberalismo fondato nell'analisi della società e radicato nei conflitti sociali può trasformare gli astratti principi di libertà in realtà.
E' un liberalismo di lotta quello che abbiamo bisogno per ridare prospettive al paese, e basarle su solide fondamenta.