mercoledì 6 novembre 2013

Torino 5 novembre 2013: qualcosa di importante è successo (di Carlo Annoni)

Lettera aperta agli amici e ai dirigenti di Verso Nord.


Penso la giornata di ieri sia una di quelle che potranno risultare importanti viste tra qualche anno.
A dispetto dei media di regime, tutti presi nel reality della politica delle cricche e delle fazioni, la notizia di ieri non erano Renzi e Cancellieri, ma quello che era successo a Torino.
La Tares, ennesimo balzello imposto dallo stato italiano, ha portato ad una mobilitazione di commercianti ambulanti (quelli regolari, specifichiamo) che si sono auto-organizzati e mobilitati fuori dalle associazioni di categoria. (vedi articolo La Stampa)
Un pezzo della classe media mercantile e imprenditoriale, da sempre abituata a competere più che a cooperare, ha deciso che l’oppressione fiscale e amministrativa dello stato italiano ha superato il limite della tollerabilità.
La notizia è che questo succede a Torino, città notoriamente tra le più moderne e, amministrativamente e fiscalmente parlando, “virtuose” d’Italia.
Quello che sta succedendo è la ribellione contro uno Stato che ha trasformato il lavoro di tanti piccoli commercianti e imprenditori in una servitù palese allo Stato e all’accozzaglia di interessi parassitari raccolti attorno ad esso.
Questo paese per decenni ha vissuto un patto, non scritto, e se si vuole anche perverso, in cui lo Stato dava poco a piccoli commercianti e imprenditori, e in compenso da essi pretendeva non troppo. Negli anni il patto è stato via via violato fino ad arrivare oggi ad un lavoro autonomo i cui tratti, nella maggior parte dei casi (non parliamo dei notai e dei medici e delle corporazioni protette, ovviamente). sono oramai quelli del bracciantato, in quanto precarietà, o della schiavitù, in quanto a prelievo e invasività della PA.
Non è casuale neppure che le organizzazioni ufficiali di categoria siano scavalcate, poiché da decenni, e in modo palese con il patto consociativo della “concertazione”, le associazioni di categoria si sono trasformate in organi dello stato, sempre più funzionando da organi di trasmissione della burocrazia pubblica piuttosto che di rappresentanza e organizzazione degli interessi di categoria.
Le associazioni ufficiali, in buona parte, si sono così trasformate in ulteriore apparato burocratico da mantenersi (vedi il fiorire di centri servizi collegati ad associazioni), dimenticando il proprio ruolo e la propria missione. Ieri, i commercianti ambulanti auto-organizzati, hanno messo a nudo coi fatti, con la loro lotta, la degenerazione dello stato italiano e quella della rappresentanza sociale corrotta da decenni di consociativismo.
Oggi Torino, come a suo tempo con la marcia dei 100.000, ci indica che siamo ad una svolta, con il chiaro segnale della crisi del regime del consociativismo. Una crisi che, subita fino ad oggi nel silenzio dei suicidi o nel mugugno o nel voto di protesta, erompe nelle piazze del Nord.
Per noi che ci siamo ispirati alle idee e principi di Verso Nord, e più in generale a coloro che si ispirano alle idee di un rinnovato liberalismo e ai principi di un mai realizzato federalismo, si pone il compito di dare coscienza e guida politica a questo movimento prima che sciacalli e avvoltoi lo usino per fini di cricca o personali.
La volontà di lotta ed una coscienza sociale, non ancora politica, iniziano ad erompere dalle classi medie mercantili, imprenditoriali e del risparmio: questa è una occasione che non possiamo perdere per ridimensionare lo stato italiano, ridefinirlo e riequilibrare il rapporto tra lo stesso stato ed i suoi cittadini, ora poco più che sudditi e servi.
Spero che gli amici che si riconoscono nel manifesto di Verso Nord sappiano riconoscere l’occasione e farvi fronte con la necessaria volontà e intelligenza.


Carlo Annoni
6 novembre 2013

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