Uno scenario di guerra nucleare totale tra l'Unione Europea e la Russia rappresenterebbe una catastrofe umanitaria di proporzioni immani, con stime di vittime che variano ampiamente a seconda di numerosi fattori, quali il numero e la potenza delle armi impiegate, gli obiettivi colpiti (basi militari, centri industriali, città), le condizioni meteorologiche al momento degli attacchi (che influenzerebbero la dispersione del fallout radioattivo) e l'efficacia delle misure di protezione civile.
È fondamentale sottolineare che non esistono dati precisi o ufficiali su una simile eventualità, e qualsiasi stima è basata su modelli e simulazioni con un alto grado di incertezza.
Tuttavia, analizzando gli studi esistenti sugli effetti delle armi nucleari e sui potenziali scenari di conflitto, possiamo delineare alcune considerazioni generali sull'impatto demografico:
Vittime Immediate e a Breve Termine:
* Popolazione Urbana: Le aree metropolitane e i grandi centri urbani sarebbero gli obiettivi primari in uno scenario di "countervalue" (attacco alle città per demoralizzare il nemico e distruggerne la capacità industriale e sociale). In questo caso, la densità di popolazione porterebbe a un numero elevatissimo di vittime immediate a causa dell'esplosione (onda d'urto, calore intenso) e delle radiazioni iniziali.
* Tutte le classi di età sarebbero colpite indiscriminatamente nelle zone direttamente interessate dalle esplosioni. Non ci sarebbe una significativa differenza di mortalità immediata basata sull'età o sul sesso all'interno del raggio di distruzione totale.
* Aree Militari e Industriali Strategiche: Anche in scenari di "counterforce" (attacco a obiettivi militari e strategici), la vicinanza di tali siti a centri abitati o la dispersione del fallout radioattivo causerebbe ingenti vittime civili.
* Stime Generali: Alcuni studi e simulazioni su conflitti nucleari su larga scala (come quelli tra Stati Uniti e Russia, che possono offrire un metro di paragone) ipotizzano decine o addirittura centinaia di milioni di morti nelle prime ore e nei giorni successivi a causa degli effetti diretti delle esplosioni e del fallout radioattivo. Ad esempio, una simulazione della Princeton's Science and Global Security programme (relativa a un conflitto USA-Russia) ha stimato oltre 90 milioni di vittime (morti e feriti gravi) nelle prime ore. Sebbene questo studio non riguardi specificamente EU-Russia, dà un'idea dell'ordine di grandezza.
Vittime a Medio e Lungo Termine e Impatti Demografici:
* Fallout Radioattivo: La contaminazione radioattiva si estenderebbe ben oltre le zone di impatto diretto, causando un aumento di tumori, leucemie e altre malattie correlate alle radiazioni negli anni e decenni successivi.
* Bambini e Feti: I bambini (inclusi i feti) sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle radiazioni a causa del loro rapido tasso di divisione cellulare e della maggiore aspettativa di vita, che aumenta la finestra temporale per lo sviluppo di tumori indotti dalle radiazioni. Si registrerebbe un aumento di malformazioni congenite e mortalità infantile.
* Giovani Adulti: Anche i giovani adulti potrebbero subire conseguenze a lungo termine sulla salute riproduttiva e un aumento dell'incidenza di tumori.
* Inverno Nucleare e Carestie: Un conflitto nucleare su vasta scala potrebbe innescare un "inverno nucleare", con un drastico calo delle temperature globali dovuto all'immissione di grandi quantità di fumo e polvere nell'atmosfera. Questo porterebbe al collasso dell'agricoltura e a carestie diffuse su scala globale, causando milioni, se non miliardi, di morti per fame nei mesi e anni successivi.
* Anziani e Bambini: In uno scenario di carestia, le popolazioni più vulnerabili, come anziani e bambini piccoli, avrebbero tassi di mortalità significativamente più elevati a causa della malnutrizione e delle malattie correlate.
* Donne in Età fertile e Gravide: La malnutrizione colpirebbe duramente anche le donne in età fertile e quelle gravide, con conseguenze sulla salute materna e infantile e sulla capacità riproduttiva della popolazione superstite.
* Collasso delle Infrastrutture e dei Servizi Sanitari: La distruzione delle infrastrutture, inclusi ospedali e sistemi di distribuzione di cibo e acqua, aggraverebbe ulteriormente la crisi, portando a un aumento delle morti per malattie infettive (dovute alla mancanza di igiene e cure mediche), traumi non curati e mancanza di accesso a farmaci essenziali. Questo colpirebbe in modo sproporzionato i più deboli e coloro con condizioni mediche preesistenti.
* Impatto sulla Fertilità e sulla Struttura della Popolazione:
* Calo delle Nascite: Si verificherebbe un drastico calo delle nascite a causa della morte e della malattia degli adulti in età riproduttiva, della disgregazione sociale, della mancanza di risorse e della paura per il futuro.
* Invecchiamento della Popolazione (tra i sopravvissuti): Paradossalmente, tra i sopravvissuti a lungo termine, potrebbe esserci un apparente invecchiamento della popolazione se i tassi di mortalità infantile e giovanile dovuti agli effetti a lungo termine superassero quelli degli adulti più anziani che sono sopravvissuti agli impatti iniziali e alle carestie. Tuttavia, l'aspettativa di vita generale crollerebbe drasticamente.
* Squilibri di Genere: A seconda delle strategie di targeting e dei ruoli di genere nelle forze armate e nelle infrastrutture critiche, potrebbero emergere squilibri di genere nelle popolazioni sopravvissute, anche se gli effetti diretti delle esplosioni nelle città sarebbero indiscriminati.
Conclusioni:
In uno scenario di guerra nucleare totale tra UE e Russia, le stime dei caduti sarebbero catastrofiche, nell'ordine di decine o centinaia di milioni di persone solo per gli effetti immediati e a breve termine in Europa e Russia, con ripercussioni globali devastanti a causa dell'inverno nucleare e del collasso delle catene alimentari.
Sebbene gli effetti immediati delle esplosioni colpirebbero indiscriminatamente la popolazione nelle aree bersaglio, gli effetti a lungo termine (radiazioni, carestie, malattie) avrebbero un impatto sproporzionato sui più vulnerabili:
* Bambini e feti: Massima vulnerabilità agli effetti delle radiazioni e della malnutrizione.
* Anziani: Maggiore suscettibilità alle malattie, alla malnutrizione e al collasso dei sistemi di supporto.
* Donne in età fertile e gravide: Impatti sulla salute riproduttiva, sulla salute materna e infantile.
La struttura demografica delle popolazioni sopravvissute sarebbe profondamente alterata, con un drastico calo della natalità, un crollo dell'aspettativa di vita e possibili squilibri di genere e di età. La priorità per chiunque sopravvivesse sarebbe la lotta quotidiana per il cibo, l'acqua e la sicurezza, in un mondo devastato e contaminato.
È importante ribadire la natura speculativa di queste stime. L'obiettivo principale della comunità internazionale rimane la prevenzione di un simile conflitto.