Articolo di Luca Bonaccorsi
pubblicato su Terra, il 02/11/10
Cupa, preoccupata, curva. Così Emma Bonino si è aggirata per giorni al IX congresso di Radicali Italiani, conclusosi lunedì a Chianciano. Se la fermavi un sorriso e una parola non te la negava. Ma la sua attenzione era altrove, chiaramente. Ieri, mentre tutti attendevano notizie sul digiuno del leader storico dei Radicali, le abbiamo parlato.
È preoccupata per il digiuno di Pannella?
Si, molto. Marco ha detto che insisterà finché Frattini non gli darà garanzie sul viaggio in Iraq.
Ma ci vorrà tempo.
E questa cosa mi preoccupa. Questo suo ultimo sciopero della sete, confesso, io l’ho vissuto con grande difficoltà. Lo sciopero della sete è pesantissimo, quando io l’ho fatto per le liste nel Lazio credo che Marco fosse ugualmente angosciato.
Proviamo a cambiare argomento. Un buon Congresso?
Trovo sempre miracoloso che ci siano 400 persone che vengono a loro spese, e partecipano. Anche perché se non fosse per Radio radicale e voi, per gli altri media noi potremmo essere tutti in vacanza ai Caraibi. E invece ci ritroviamo ancora, e questo mi emoziona sempre molto. In più vedo qui una volontà di resistenza e rilancio vera. Noto una apertura su temi importanti e nuovi, vedi l’ecologia, la politica internazionale. I nostri temi di riferimento restano sempre la democrazia e la legalità, ma questo è stato anche un congresso curioso. E poi è un Congresso consapevole della difficoltà in cui si trova il Paese. Ma che disciplina le sue emozioni, non strilla sull’ultimo (dei tanti) scandali, ma che vede con grande preoccupazione l’accelerazione drammatica del crollo delle istituzioni. Perché qui ormai siamo al disfacimento putrescente. Puoi sentire i miasmi che arrivano.
In molti minimizzano, e Berlusconi crede addirittura che tutto ciò lo rafforzi.
Sarà che sono sabauda, sarà che sono degasperiana ma le tollero malamente. Guardi io sono una libertaria, eppure le stesse barzellette, se le dicesse mio fratello al bar mi farebbero arrabbiare. Ma il presidente del Consiglio... Lei crede davvero che lo rafforzino?
Questo signore è un conclamato fruitore di prostitute, anche giovanissime. Ci deve essere un limite. Mi aspetterei una risposta almeno dal voto femminile.
Mi piacerebbe crederlo eppure ho dei dubbi. Ricordo un giorno, a Milano, intercettai casualmente Berlusconi che rivolgendosi a una parte del pubblico in strada, credo fosse un raduno di anziani, disse «saluto il pubblico in menopausa». Io sarei sparita sotto il tavolo e invece ho visto le signore ridere e applaudire. Evidentemente lui parla a una parte del Paese.
Uno dei temi caldi del Congresso è stato il rapporto col Pd, che ha visto in Cappato il portavoce dello scontento e della rottura e in lei il difensore della linea "attendista". Semplificazioni giornalistiche?
Io capisco tutti gli elementi della critica al Pd. Ma per me in questi due anni non è cambiato nulla. L’elemento più umiliante è aver scelto, due anni fa, di accettar quelle condizioni per le candidature e di stare in quella lista. Io non ne sono delusa perché non mi sono mai illusa. Non ho mai creduto che li avremmo "cambiati". A me non importa se Di Pietro non ha tenuto i patti. Io, noi, li abbiamo mantenuti. Perché noi siamo così, e basta. Era lo stesso con Prodi. E ne abbiamo ingoiate di schifezze: parlo della riforma della giustizia di Mastella, e poi del protocollo sul welfare.
Cosa risponde a chi dice che questa pacifica convivenza con un partito che non ti corrisponde in quasi nessuna battaglia che fai, è "svendere" e liquidare il patrimonio di valori e battaglie dei Radicali?
Che non doveva fare l’accordo. Non c’è niente di più grave di quello che è successo allora. All’epoca, a tavolino, piangendo e lacerandoci decidemmo che accettavamo addirittura l’esclusione di Pannella. Ma lo capisce? L’esclusione di Marco! A me non mi può capitare più nient’altro, di più doloroso. Ma scegliemmo. Il problema che noi poniamo ora è che il Pd si priva di una interlocuzione politica. A me non imbarazza stare al Senato, noi siamo autonomi, e su tante iniziative ci trasciniamo tutti dietro. Ma il Pd si priva, per paure e idiosincrasie quasi antropologiche nei nostri confronti, del rapporto politico con noi. Io li leggo sui giornali proporre governi tecnici, Casini, ma a noi non ci interpellano.
Veramente dal 2008 si è aggiunto lo strappo delle europee.
Un colpo pesante, certo. Per le nostre ambizioni di politica transnazionale e per la perdita di una voce federalista seria nel parlamento europeo. Appunto, che altro mi deve succedere? E poi c’è il tema dell’urgenza e della fretta. A me ancora brucia la frettolosa e sconsiderata rottura della Rosa nel pugno da parte di socialisti. I cui costi paghiamo ancora oggi: noi, loro e il Paese. Da lì poteva nascere un’altra cosa. La fretta ha causato lo sfacelo.
Ma se il Pd continua a trattarvi così come un fastidioso accessorio perché non esplorare altre strade?
Guardi che avere il rapporto col Pd non ci impedisce mica l’interlocuzione, per esempio, con Bonelli e i Verdi.
Scenario: si va a votare in primavera. È possibile immaginare liste comuni con gli ecologisti apparentate al Pd?
Perché no?
L’anno scorso era scettica.
Ma l’anno scorso non c’era apparentamento, si proponeva di andar da soli. Fa una certa differenza, ti serve il 4% non il 2per eleggere. Invece ora, rispetto ad una aggregazione che, d’accordo su alcuni punti,vada apparentata al Pd non vedo problemi. A condizione che abbiamo tutti presente due fattori: il primo è la mancanza di accesso ai media. Per cui se proponi un simbolo nuovo è difficile farlo conoscere. E il secondo che le semplici " bicicletté o "tricicli" in Italia, senza un progetto politico, vanno malissimo e non ottengono neanche la somma algebrica dei voti delle singole forze.
Ma perché si oppone alla fine anticipata di questa legislatura scellerata?
Non a questa, ma per tutte le legislature. Io temo due cose. La prima è che se andiamo a votare con questo sistema, in questo contesto, il “tipo” rivince. Ci parliamo troppo tra di noi e ci facciamo qualche illusione di troppo.
Come Bersani alle regionali?
Per esempio. E poi siamo in un regime parlamentare, non è detto che non si trovi un’altra maggioranza. Un paese che va a elezioni ogni due anni non è credibile. Comunque credo che tra la griglia perenne e le elezioni "lui" sceglierà quest’ultima strada. Lui è incapace e poco interessato a governare. Mentre è più capace ed interessato a fare campagna elettorale. Vincere ancora gli allungherebbe la vita politica e lo troverebbe a cavallo per quando si sceglierà il presidente della Repubblica. Ho davvero l’impressione che l’ottimismo che corre tra i fautori delle urne anticipate sia mal riposto. L’altro giorno un capannello casuale di persone in aeroporto parlava della "persecuzione" del povero Berlusconi, dei magistrati cattivi ecc.
Il Paese è così lontano ormai?
Noi, un po’ politicisti, discutiamo di Santoro, Ballaro ecc. Non seguiamo le trasmissioni tv della mattina per esempio. Io le ho seguite casualmente per un influenza qualche giorno fa...
Un altro pianeta?
Non ne abbiamo proprio idea.
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