Nuova Agenzia Radicale
domenica 04 ottobre 2009
di DANILO DI MATTEO
Ormai quasi tutti, credo, percepiscono la pochezza dell'attuale centro-sinistra: gli insulti di Di Pietro al Capo dello Stato, la manifestazione corporativa a Piazza del Popolo del tutto estranea al principio della libertà di stampa (in ciò concordo con Augusto Minzolini, oltre che con Marco Pannella), le lotte intestine di potere di ogni giorno.
Ciò suscita in me un ricordo: i più anziani mi dicevano che, caduto il fascismo, immaginavano che la competizione sarebbe stata fra socialisti e liberali. I fatti si svolsero diversamente. Però i liberali ebbero all'inizio un ruolo non marginale: il confronto Croce-Einaudi lasciò il segno e fino a poco tempo fa, in campo filosofico e culturale, si parlava addirittura di "dittatura crociana".
Ora dico: dinanzi al fallimento degli eredi dei filoni politici dominanti - comunista, democristiano e fascista - non sarebbe il caso di lanciare la sfida del governo del Paese partendo proprio dai socialisti e dai liberali? Non più quindi testimoni o grilli parlanti, ma protagonisti? Abbiamo già visto, in piena seconda Repubblica, un soggetto LibDem: la Lista Bonino, dieci anni fa, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, con oltre l'8%. Ripartiamo da lì.
Altrove, in Europa, i liberali vincono. E se l'Fdp tedesca, che pure in passato è stata alleata dell'Spd, formerà una coalizione con i democristiani, i LibDem britannici si considerano sovente "a sinistra" del Labour. E fenomeni simili si hanno in Olanda e altrove.
I problemi da superare, da noi, per dar forza a un partito del genere sarebbero immani: ma tanti sono i liberali, variamente declinati (liberalsocialisti, cattolici liberali, liberal-ambientalisti, radicali e altri), delusi o diversamente collocati. Insomma: si tratta di una scommessa che va raccolta. Basta vedere un Tg per accorgersi che l'impongono i fatti.
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