lunedì 5 ottobre 2009

Il disastro di Messina e la “Cattiva Amministrazione”

Libertà e irresponsabilità.
Cronaca da un'Italia da cambiare.


Quello che è successo in questi ultimi giorni a Messina è l’ennesimo esempio della differenza che passa dalla Buona alla Cattiva amministrazione pubblica e della necessità di una politica che sappia riappropriarsi del proprio ruolo.

E questo appare chiaro e ovvio a tutti.

Quello che è molto meno ovvio (e che a partire da questo disastro dobbiamo allargare ad una riflessione più generale), è che l’esempio che ci viene dai nuovi detentori del consenso popolare, Lega in primis (o se volete MPA di Lombardo in meridione), è il richiamo non solo ad ascoltare la gente (il che mi pare necessario) ma proprio a realizzare ciò che la gente vuole (il lasciar fare, in definitiva, a chi vota per te, ciò che vuole).

E quindi assistiamo al ritorno del più becero clientelismo (che tanti disastri, anche in passato, ha portato ma che anche tanti consensi ha regalato e regala a chi lo esercita) a danno di un oculato esercizio della politica che deve si essere in grado di dare risposte alle necessità ed ai bisogni immediati ma, soprattutto, deve programmare ed indirizzare la crescita della società di domani .

Come tutto ciò si possa conciliare con la necessità di ricevere consensi, anche nell’immediato, è un bel problema; credo che la risposta stia nella indispensabile crescita culturale delle persone e dei cittadini e nella capacità di comunicare con la dovuta cura ed attenzione tutto ciò; qui sta la politica e la statura e la responsabilità di chi la vuole esercitare.

Al proposito mi sembra azzeccato il tema generale su cui Dario Franceschini sta incentrando la sua campagna elettorale; una nuova (ma anche antica, perché è sempre stato così) dimensione della politica quale traino della società (e non ruota di scorta); è questa la vera scommessa del Partito Democratico e del nostro Paese.

Piacenza 5 ottobre 2009


La classe di ferro

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