Carlo Annoni - 25 aprile 2020
CHE LA PANDEMIA NON SIA UN PRETESTO PER L'AUTORITARISMO
Noi sottoscritti condividiamo la preoccupazione per la pandemia del covid-19 che ha causato un gran numero di infezioni e morti in tutto il mondo e estendiamo la nostra solidarietà alle famiglie in lutto.Mentre i dipendenti della sanità pubblica e privata combattono valorosamente il coronavirus, molti governi adottano misure che limitano indefinitamente le libertà e i diritti di base. Invece di alcune comprensibili restrizioni alla libertà, in vari paesi regna un confinamento con minime eccezioni, con l'impossibilità di lavorare e produrre e la manipolazione della informazione.
Alcuni governi hanno colto un'opportunità per arrogare un potere eccessivo su se stessi. Hanno sospeso lo stato di diritto e persino la democrazia rappresentativa e il sistema giudiziario. Nelle dittature di Venezuela, Cuba e Nicaragua la pandemia serve come pretesto per aumentare la persecuzione politica e l'oppressione. In Spagna e in Argentina, i leader con un marcato pregiudizio ideologico intendono utilizzare le dure circostanze per monopolizzare le prerogative politiche ed economiche che i cittadini rifiuterebbero risolutamente in un altro contesto. In Messico, la pressione contro le società private si intensifica e il Gruppo Puebla viene utilizzato per attaccare i governi locali di segni politico diverso.
Su entrambe le sponde dell'Atlantico, statalismo, interventismo e populismo riemergono con uno slancio che suggerisce un cambiamento di modello lontano dalla democrazia liberale e dall'economia di mercato.
Vogliamo affermare con forza che questa crisi non deve essere affrontata sacrificando i diritti e le libertà che tanto sono costate da raggiungere. Respingiamo il falso dilemma che queste circostanze ci costringono a scegliere tra autoritarismo e insicurezza, tra il leviatano filantropico e la morte.
Appello con firmatari
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