Voglio sottoporre all'attenzione questa parte relativa all'insegnamento della filosofia nei licei. Da rileggere alla luce dell'esperienza.
"A questo proposito la nostra Commissione rileva che nei due tipi di licei della legge Gentile appare una prevalenza dell’insegnamento filosofico sugli insegnamenti scientifici, e a questa prevalenza non sappiamo dare il nostro consenso.
Noi osserviamo che le menti dei giovani allievi, non abituate ancora all’analisi, sono immature per la sintesi a cui l’insegnamento filosofico si ispira. Quelle menti, avide di fatti, seguono d’ordinario con vivo interesse le nozioni di scienze fisiche e naturali, accompagnate da esperienze ed osservazioni, che vengono impartite dai professori delle rispettive discipline. Di fronte ad un insegnamento filosofico troppo astratto o prolungato, i giovani facilmente si stancano; e tra quei pochi che presteranno maggior attenzione, taluno potrà esser condotto a preferire le forme vaghe di discipline che non hanno ancora ricevuto un ordinamento ben definito, al linguaggio preciso di cui fanno uso le scienze più evolute.
Se ciò avvenisse, la rettorica, che noi vorremmo bandita dalla scuola e dalla vita, tornerebbe a rifiorire. La nostra Commissione teme che una parte esuberante data alla filosofia nei programmi dei licei possa favorire il risorgimento delle tendenze eccessivamente aprioristiche e delle argomentazioni meramente verbali, contro le quali i maggiori spiriti del Rinascimento hanno sostenuto tante lotte, che parevano chiuse, grazie alla vittoria del nostro sommo Galileo."
Da “Sopra i problemi dell’insegnamento superiore e medio. A proposito delle attuali riforme” (Roma, Tipografia della R. Accademia dei Lincei)
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