mercoledì 12 febbraio 2014

Mi sono andato a rileggere come andò con la legge Acerbo che spalancò le porte al fascismo. Sono troppe le analogie

di Riccardo Ruggeri
pubblicato su <Italia Oggi>




I miei scritti sembrano analisi politiche, in realtà non lo sono: sono semplicemente delle analisi sui comportamenti organizzativi di singoli politici e dei loro partiti, ripuliti da ogni scoria ideologica. Osservo che in questi giorni il termine più usato contro gli avversari politici sia: «squadristi». Lo usano i bersaniani contro i renziani, i parlamentari dei piccoli partiti, destinati a morte certa, contro quelli dei grandi, i grillini chiamano «squadristi» e «boia» tutti gli altri, ricevendone in cambio da Renzi accuse simili, e così all'infinito. Non posso che condividere il termine «squadrista» che questa fauna politica si scambia, in effetti intellettualmente sono degli «squadristi», il termine lo userei però nell'accezione più tenue di fanatico, e non (ancora?) di violento.
Sinistra e Destra hanno messo a punto una nuova legge elettorale, il Bastardellum (mi rifiuto di mettere il suffisso Italia a un oggetto di tal fatta) che permetterà solo a loro, e al terzo incomodo Grillo (inconsapevole portatore d'acqua se scattasse il doppio turno), di superare le diverse «tagliole» disseminate per eliminare altre culture politiche. Lo confesso, non sono intellettualmente attrezzato per scegliere fra PD-FI-M5S, in fondo tre partiti «padronali», a cialtroneria diffusa. Meglio allora continuare a studiare in solitudine i comportamenti organizzativi delle leadership.
In quest'ottica, mi sono studiato la «Legge Acerbo», dal nome del sottosegretario di Mussolini, Giacomo Acerbo, di cui mio papà parlava con assoluto disprezzo (immagino quindi cosa direbbe del Bastardellum). Fu approvata il 18 novembre 1923, e il suo iter fu simile a quello del Bastardellum. Nella Commissione c'erano il Gotha dell'Italia liberale e popolare (Giolitti, Orlando, Salandra, Bonomi, De Gasperi, etc.): vi fu una grande battaglia, ripetuta in aula. La votazione finì 223 sì e 123 no. Lo scontro fu sulla «soglia» da fissare perché scattasse il premio di maggioranza, i fascisti volevano il 25%, i liberali (delle classi dominanti) il 35% (teniamo presente che allora non c'erano i sondaggi, e le donne non votavano). Alla fine, votarono a favore della prima legge truffa italiana: i Fascisti, la Destra e, orrendo ma vero, sia i Popolari (salvo don Sturzo), sia i Liberali (salvo alcuni), contro Socialisti e Comunisti (chapeau!).
La legge Acerbo non aveva però, né l'eventuale doppio turno, né le soglie del 4,5, dell'8 e del 12, per cui tutte le culture politiche furono rappresentate in Parlamento. Col Bastardellum viene negato persino il diritto di tribuna, che Mussolini si vantava di aver concesso. Subito dopo l'approvazione della «Acerbo», si andò velocemente al voto (Mussolini aveva «fretta») e come previsto ebbe il 60% dei seggi. Anche il Pd di Renzi ha fretta di andare al voto, mentre Fi-M5s non l'avrebbero ma sono in un cul de sac, avendolo ripetuto fino alla nausea. Il vincitore, già noto, si fermerà al 55%. Il bello dei sistemi elettorali a premio (1923-2014) è che i risultati si sanno, non solo la sera del giorno elettorale, ma addirittura da quando la legge viene approvata, essendo un vestito di sartoria costruito, di volta in volta, per il finto leader di turno. Immagino che neppure i broker inglesi accetteranno scommesse sulle nostre prossime elezioni.
Giovanni Sabbatucci, il grande storico «laico» del fascismo, ha scritto un testo esemplare: «Il suicidio della classe dirigente liberale», centrato proprio sul suicidio di un'assemblea rappresentativa. Ve lo consiglio, vi parrà di leggere un giornale di oggi. Negli Atti Parlamentari della Camera di allora ho letto la notazione di un deputato contro la «Acerbo»: «Ma le carte di queste sedute verranno un giorno consultate e il popolo verrà a sapere se ebbe o non ebbe in quest'aula fedeli servitori». Ovviamente, era riferito ai liberali e ai popolari, i traditori, che per ignavia avevano fatto i portatori d'acqua ai fascisti.
Per il Bastardellum, e per i portatori d'acqua attuali, chissà se a loro insaputa, non saprei dirlo meglio. Ricordo che i padri costituenti avevano previsto, in quei casi ove le coscienze di molti potessero essere coartate dall'arroganza di pochi, lo strumento del voto segreto, ove in casi limite fosse possibile fare un atto, vile nella forma, ma giusto nella sostanza. E' in casi come questo che si vedono gli uomini veri.
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[Pubblicato su concessione dell'autore]

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