martedì 14 gennaio 2014

Cattaneo nelle pagine di Gobetti (da: La Rivoluzione Liberale)

Cattaneo nelle lucide e ammirate parole di Gobetti.
Il motivo vitale del federalismo si ebbe nella critica di Carlo Cattaneo, il solo realista tra tanti romantici e teorici. La fisionomia speculativa del Cattaneo si rivela tutta in una professione di cultura: né dal sensismo, né dal razionalismo si può dedurre un concetto dell'attività umana; per la drammaticità della storia egli rinuncia agli schemi più semplici come ai più complicati messi in uso dal Risorgimento.
L'impopolarità di Cattaneo derivava necessariamente dallo spirito della sua polemica, che constatava il tramonto del razionalismo e delle discussioni tra classici e romantici e rimaneva estraneo al neo-guelfismo, ultimo tentativo messo in opera dell'esasperazione romantica.
La sua filosofia è la prova che l'originalità speculativa italiana si suole affermare, dopo le parentesi di misticismo, nel riconoscimento dei più gelosi valori della personalità.
La sua finezza ci è attestata dall'atteggiamento anti-romantico, libero da ogni peccato di sensismo; il suo rigorismo morale dall'opposizione inesorabile contro i demagogismi unitari e le illusioni patriottiche.
Se la forza dinamica del suo pensiero è stata nel secolo scorso meno esuberante di quella del Mazzini, il suo spirito ci appare ora meno indeterminato e meno vaporoso, la sua figura è più ricca di insegnamenti, la sua eresia politica può presentarsi ancora come un programma, i suoi scritti non sono diventati illeggibili come I doveri dell'uomo.
Guardò al passato senza atteggiarsi a profeta, capì senza l'enfasi dell'apostolo che il fondare uno Stato non era impresa da letterati entusiasti, cercò nelle tradizioni un linguaggio di serietà, un ammaestramento di cautela.
Gli italiani erano usi a parlare di libertà come di cosa da dimostrazione: Cattaneo offri l'esempio di un pensiero che si identificava tutto con la libertà e l'autonomia e ne raccoglieva organicamente le esigenze senza farne risquillare ad ogni istante con ingenua retorica la parola.
Invece per certi spiriti non giova che il tamburo.
La libertà di Cattaneo si esprimeva come realismo in etica, come impulso alla produzione e alle iniziative in economia, come creatività liberale in politica, come valorizzazione dell'esperienza in filosofia, come culto classico dei valori formali e della tradizione liberatrice in arte.
Per queste caratteristiche di misura che sono il segreto della sua vitalità gli toccarono in sorte i compiti di critica più ardui e più ingrati, che gli servirono poi di disciplina e di temperamento.
Dovette starsi contento della solitudine e della impopolarità e sembrare retore del pessimismo come Mazzini: diedero a lui, realista e uomo positivo, un ufficio di Cassandra.


La sua opera resta un esempio di critica interna dello sviluppo dialettico del nostro Risorgimento, per il quale egli fu il solo, dopo Cavour, a postulare una preparazione economica. Visti in questa luce, i suoi motivi antiunitari, ancora validi, appaiono l'equilibrata antitesi dell'illusione patriottica di risolvere con l'unità tutti i problemi popolari, e il suo regionalismo è soprattutto un problema di stile e di misura.

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