venerdì 30 dicembre 2011

Una riflessione a partire da intervento del prof.Gotti-Tedeschi

Intervento di Carlo Annoni pubblicato su Libertà del 30/12/2011

Egregio Direttore
ho avuto modo di leggere solo recentemente l'intervento del Prof.Gotti-Tedeschi, apparso su Libertà del 18/12, che commentava argutamente il programma di uno dei candidati sindaco per le primarie della sinistra piacentina.
Il lucido intervento poneva l'attenzione sulla insostenibilità e (mi si consenta questa interpretazione) sostanziale inutilità di un programma di belle intenzioni.


Non lo dico per polemica col candidato, che è persona per bene ed a modo, ma la lettura del programma in questione sembra confermare come siamo ancora di fronte a politici prigionieri del passato e che ancora non hanno compreso come le politiche di eccessiva spesa pubblica e di mortificazione dell'intervento autonomo delle comunità e degli individui siano la causa principale della crisi attuale.
La crisi non arriva dal cielo, come farebbe pensare la formuletta riportata in un successivo comunicato del candidato (riporto citazione letterale "..la crisi internazionale dovuta al peggioramento della qualità del credito ed alla crisi del debito sovrano"). La crisi è invece il risultato dal sommarsi di comportamenti, tra cui non ultimi i comportamenti del settore pubblico locale e nazionale, che si sono rivelati insostenibili ed i cui costi, passati e presenti, oggi ci gravano come una cappa di piombo.
Come non apprezzare quindi le parole del Prof.Gotti-Tedeschi che invitano a ridurre i costi e migliorare l'efficienza del Comune, garantendo meglio i servizi essenziali?
Coi tempi difficili che ci aspettano, una responsabile e lungimirante proposta di governo locale dovrebbe introdurre una profonda discontinuità con le politiche fino ad oggi praticate. Si dovrebbe puntare a rifondare il rapporto tra amministrazione comunale e comunità piacentina, con una "ritirata" del pubblico ed una maggiore autonomia e responsabilizzazione dei membri della comunità locale, ovviamente il tutto sancito da una diminuzione drastica del carico fiscale e amministrativo.
Oggi non servono le vecchie ricette che ci hanno portato ad avere uno degli Stati più costosi (e meno efficienti) al mondo, e contemporaneamente ad avere una società sempre più in crisi.
Non è forse vero che decenni di politiche assistenziali (e a volte clientelari) pubbliche hanno finito per creare circoli viziosi di assistenti e assistiti con la produzione di una voragine nella finanza pubblica? E proprio l’eccesso di carico fiscale e carico amministrativo indotti dal settore pubblico non sono oggi tra le principali cause dell’impoverimento dell’Italia, della fuga (o chiusura) di aziende, persone e capitali, e quindi causa di quelle situazioni di bisogno che ancora oggi molti politici vorrebbero affrontare con le vecchie ricette?  Sono questi circoli viziosi che vogliamo continuare a sostenere con le vecchie politiche?
Mi è evidente la difficoltà nell’attuare un cambio di paradigma, ma mi auguro che qualche candidato sappia portare il dibattito sui seguenti punti:
  1. quali sono i servizi essenziali su cui deve concentrarsi un Comune
  2. su quali elementi va costruito un budget comunale sostenibile dalla comunità locale
  3. come potenziare la capacità della società di dare da se risposte a tutta la serie di esigenze e bisogni che impropriamente sono oggi a carico del settore pubblico.
Sono certo che molti piacentini saprebbero apprezzare.

Un inciso: il costo della macchina comunale è diminuito del 30% in 10 anni come lascerebbe intuire la nota contenuta nella risposta del candidato sindaco datata 21/12? Mi risulta invece che la spesa corrente del Comune fosse di 69 ml di euro nel 2000 contro gli oltre 84 del 2009, con un aumento di oltre il 20% e questo a fronte di una sostanziale stagnazione del PIL nazionale. Sicuramente saranno stati forniti maggiori e migliori servizi, ma con una maggiore (e non minore o costante) spesa pubblica.

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