martedì 15 novembre 2011

Un contributo al dibattito di Verso Nord


Con le dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Monti finisce una fase relativamente “facile “ per Verso Nord: nell’impossibilità di una collaborazione con la maggioranza era naturale un impegno all’opposizione e, nella egemonia post-comunista sulla sinistra, era naturale l’attenzione verso le forze che cercavano una propria via fuori dalla sinistra ad egemonia post-comunista e fuori dalla destra ad egemonia berlusconiana.
Oggi, per Verso Nord (in primis i parlamentari) si pone il problema di quale debba essere la linea da seguire.
Appoggiare Monti secondo il dilagante “O Monti o Caos” o starsene alla finestra decidendo giorno per giorno il da farsi? O che altro?


Pensiamo che un movimento che si è dato un manifesto (di principi prima ancora che di azione) sia in condizioni di darsi una linea in questo frangente, e la linea secondo noi dovrebbe essere quella di appoggiare il governo Monti quando segue una agenda liberale (ed una agenda liberale è la lettera BCE di Draghi e Trichet) e valutare se appoggiarlo caso per caso su tutte le altre misure, rifacendosi ai principi del Manifesto di Verso Nord.
Perchè ci rifacciamo alla lettera di Draghi e Trichet? Perchè la lettera della BCE è chiara e lineare nei consigli, che si dividono in:
1. Misure per accrescere potenziale di crescita  
2. Riduzione spesa pubblica
3. Ristrutturazione dell’amministrazione pubblica per migliorarne l’efficienza e la capacità di servizio alle imprese;
su questa agenda, che è una agenda delle riforme e delle azioni che da tempo auspichiamo, Verso Nord non può che esserci.

Ma qui in Italia molti elementi del blocco economico-politico-sociale consociativo, che nella spesa pubblica clientelare ha il proprio cemento, vogliono mascherare interventi illiberali e conservatori come “imposti” dall’Europa.
Se difatti le indicazioni della lettera sono del tutto compatibili con il Manifesto di Verso Nord e con le idee liberali che lo permeano, non così sono suggerimenti e proposte delle parti sociali (o almeno di una parte di queste) che da tempo puntano invece ad interventi illiberali e di vero e proprio esproprio della proprietà privata (patrimoniali, prelievo sui conti, etc). Questi provvedimenti proposti da un blocco consociativo-corporativo, che della situazione attuale è responsabile quanto la casta politica, altro non rappresentano che il tentativo di risolvere la crisi (almeno sul breve-medio termine) con un esproprio che metta a posto i conti senza intaccare i privilegi e le storture che condannano il Paese ad una minorità strutturale (e non da ieri).
Quindi Verso Nord dovrebbe fare propria la lettera della BCE e lavorare per precisarne i contenuti e combattere con un no secco e di principio alle soluzioni impostate su ipotesi demagogiche e conservatrici come le patrimoniali.
Su questa linea Verso Nord potrà inoltre verificare la reale possibilità di alleanze e vicinanze con altre forze politiche.

Siamo per altro sempre dell’idea che Verso Nord debba avviare un processo costituente e organizzativo, e che questi confronti on-line siano necessari ma non sufficienti,  ma nell’attesa di questo salto di qualità (ormai urgente!), la prova di esistenza del movimento sarà nella capacità di trovare, dichiarare e mantenere una linea di fronte al governo Monti e di fronte al Paese, una linea non subalterna al blocco consociativo che certe parti sociali (e pezzi di apparato pubblico) rappresentano, ma radicata sui principi liberali del manifesto costitutivo.
Capiamo come qualcuno possa vedere questa proposta come velleitaria e irrealistica, o peggio improvvida, ma pensiamo che in Italia (o almeno nel suo Nord) ci sia lo spazio politico per una forza capace di agire, con prudenza e intelligenza tattica, ma mai abbandonando i propri principi fondativi che sono la base del rapporto con la propria “gente”.

Il governo Monti non è la fine della politica, ma una occasione per rimettere al centro la buona politica. Per Verso Nord è una opportunità anche se, come abbiamo cercato di far vedere, non priva di rischi. Dalla capacità di cogliere l’opportunità stabilendo una propria immagine chiara, fondata su principi, e stabilendosi a riferimento politico di aree sociali e ideali, dipenderà il futuro di Verso Nord.



Carlo Annoni
Mario Saccone

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