lunedì 11 luglio 2011

Il vero scandalo

di Salvatore Dattilo

Stiamo parlando tutti a proposito - e pure a sproposito - dello scandalo del giorno: la personale manovra, con la quale il Premier ha tentato di inserirsi nella grande (?) manovra finanziaria 2011.
Si tratta della famosa manovra per cui a tutti noi toccheranno lacrime e sangue, mentre al Premier avrebbe potuto portare un bel regalo, capace di fargli allargare ulteriormente il sorriso: cioè rimandare ancora il pagamento del risarcimento dovuto dalla Fininvest alla CIR di De Benedetti per il danno patrimoniale subito da quest’ultima a causa della famosa ingiusta sentenza resa dalla Corte d'Appello di Roma nel maggio 2005. Era quella una sentenza penale di assoluzione, ottenuta grazie ad un turpe mercimonio coi giudici. Una vicenda fangosa, fin troppo nota per doverla qui rammentare, ma che provoca pure lacrime di vergogna e sangue di dolore a tutti gli Italiani quando si è costretti a ricordarla.
Ebbene, da quella triste vicenda nacque una causa civile per danni davanti al Tribunale di Milano. Una causa durata circa cinque anni in primo grado, con una complessa istruttoria documentale e testimoniale, e terminata con sentenza dell’ottobre 2009 e la condanna della Fininvest a pagare 750 milioni di euro alla CIR a titolo di risarcimento danni.
Prontamente la Fininvest appellava; la Corte d’Appello di Milano - sempre in sede civile - rimediava ad una lacuna del procedimento in primo grado, disponendo una perizia tecnica che il Tribunale invece non aveva ritenuto necessaria. Una perizia (in gergo processuale: ctu) complessa, tanto sul piano finanziario che su quello più strettamente contabile, affidata all’esimio prof. Guatri. In attesa della sentenza d’appello, il padrone della Fininvest ha tentato il colpaccio di togliere l’esecutività provvisoria alle sentenze portanti condanna oltre i dieci milioni in primo grado, oltre i venti in grado d’appello. Sappiamo tutti che, sotto questo apparente mantello ci sta lui, ovvero la Fininvest, che di milioni di euro dovrà sborsarne cinquecentosessanta o giù di lì. Ennesimo scandalo; ennesima indignazione per l’ennesima legge “pro domu sua”, per la riduzione delle funzioni di governo e di legislazione a mere funzioni di servizio: alcuni fra i tanti servizi di cui gode il padrone.
Ma il vero scandalo io trovo che sia un altro. La sentenza della Corte d’Appello di Milano è stata depositata ieri, il 9 luglio 2011. Dunque, in circa un anno e mezzo questa causa civile di secondo grado si è concluso con tutte le sue udienze e la stesura della sentenza; una causa difficile, nel corso della quale ( cosa piuttosto rara in grado d’appello) è stata anche disposta e portata a termine una impegnativa perizia tecnica.
Se lo vengono a sapere i miei clienti, io povero avvocato di campagna farò ancora una figuraccia, dopo che gli ho raccontato che in Corte d’Appello a Bologna, con solo due udienze effettive e senza altre complicazioni di perizie, la loro causa durerà almeno nove anni. E magari in Tribunale era durata già dieci o dodici. Certamente si sarà trattato di una causa molto più difficile di quella fra Fininvest e CIR: ad esempio per stabilire se c’era un diritto di passaggio su venti metri di un cortile in montagna o se una compagnia di assicurazione può anche non rispettare la polizza o se è lecito passare col rosso! Cause epocali, come si vede, da ponderare, valutare, soppesare in tempi ugualmente epocali.
Ma in tutte le aule di giustizia possiamo confortarci, leggendo che “la legge è uguale per tutti”.

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