lunedì 10 gennaio 2011

Libertà religiosa ed educazione sessuale

di Andrea Bitetto
del Comitato Liberale di Alleanza per l'Italia
Dopo gli attentati ai cristiani d'Egitto, l'Europa e l'opinione pubblica europea hanno riaffermato la necessità che sia difesa, sempre, la libertà di espressione e, in specie, quella di religione che ne rappresenta una delle manifestazioni. E' una difesa coerente rispetto alle ragioni ed ai principi di una condivisa prassi liberale.
Oggi, però, Papa Benedetto XVI si spinge, nella necessità di stigmatizzare quanto avvenuto in Medio Oriente, e rivolgendosi agli Stati Europei, sino a lamentare la minaccia alla libertà reliosa rappresentata dai corsi di educazione sessuale e di educazione civile (immagino intendesse dire: civica) impartiti in alcune sistemi scolastici europei.
Nella prima rivendicazione i liberali non posso che essere consenzienti e favorevoli, apprezzando che venga recepito in così alte sfere morali l'insegnamento immanentistico della cultura liberale che proprio dalle Guerre di Religione seppe forgiare l'affermazione alte e nobile della difesa della libertà di pensiero e della libertà di religione.
Quello che non si comprende, da liberali, è il secondo ammonimento. Non vi è ragione per lamentare che nelle Scuole vengano impartiti insegnamenti di educazione sessuale per la semplice ragione che la sessualità non è un tabù ed una maggiore consapevolezza e conoscenza non posso che aiutare gli adolescenti a meglio vivere la propria personalità. L'insegnamento dell'educazione sessuale non ha nulla a che vedere con il cedimento ad istinti pruriginosi, ma è anzi necessario onde cercare di spiegare agli adolescenti la dimensione e il significato di una sessualità consapevole e libera. Ognuno di essi, poi, non potrà che applicare alla propria esperienza sessuale i dettami delle proprie convizioni etiche e religiose. In ciò non vi è alcun conculcamento della libertà individuale ma anzi si contribuisce a che essa si manifesti con una maturata cultura della responsabilità. Cultura della responsabilità che non si può immaginare scompaiata dalla conoscenza dei fenomeni. Solo un individuo preparato e consapevole può essere autenticamente libero e responsabile nei propri gesti, anche in quelli più intimi e personali. Non esiste una educazione sessuale laica o confessionale. Esiste la sessualità cui ciascuno accede forte delle proprie convinzioni etiche e morali e persino religiose.
Che dire, poi, dell'insegnamento della educazione civile. o civica. Ricordo una vecchia battaglia del liberale Italo Mereu, maestro di storia del diritto e studioso della intolleranza in Europa, che combattè fino a che ebbe vita per un rinvigorimento dell'insegnamento della cultura civica, convinto che senza quella non è immaginabile un cittadino consapevole dei proprio diritti e doveri e capace di giudicare criticamente, e liberamente, i comportamenti dei pubblici governanti.
Basterebbe dare un'occhiata a come i rappresentanti del popolo si conducono per capire l'urgenza e non l'opportunità che a Scuola si insegnino i fondamenti del vivere civile. Anche qui, la conoscenza è il presupposto della libertà e dell'assunzione di scelte responsabili.
Insomma, nulla di più dell'einaudiano conoscere per deliberare. Quest'anno ricorrono i cinquant'anni dalla morte di Einaudi. Da liberali facciamo in modo che l'anniversario venga ricordato non coi labari ma con la prassi quotidiana.

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