da Il Riformista del 25 marzo 2010
di Alessandro Calvi
Non ne posso più di strumentalizzazioni», sbotta Emma Bonino se gli si chiede del voto cattolico. La sua doveva essere una campagna elettorale per la Regione Lazio ma si è finito per parlare di tutt’altro. Di giudici, ad esempio, di ricorsi, di tribunali. E di voto cattolico, di aborto, finanche di matrimoni tra omosessuali. «Sa che le dico? Ho altri pensieri in questo finale di campagna elettorale. E sorpreso?». Sorpresi, per la verità, saranno altri; tutti coloro i quali hanno dato a questa campagna elettorale il tono, più che di una tornata locale, di una campagna politica, la cui agenda, peraltro, sembra dettata più a Palazzo Grazioli che altrove.
Bonino, ha visto? Berlusconi l’ha attaccata di nuovo.
Già, ormai sembra che sia lui a fare la campagna elettorale. Più che la Polverini, sembra lui il mio vero avversario. Le racconto l’ultima: oggi (ieri per chi legge, ndr) avevamo un’ultima tribuna elettorale in televisione e la Polverini non si è neppure presentata. Di quello spazio, evidentemente, non ne ha bisogno visto che ormai ci pensa Berlusconi in diretta su tutte le emittenti televisive.
Dice Berlusconi che la Polverini «ha sempre difeso la famiglia e i più deboli a differenza della sua avversaria».
Piuttosto, io non capisco come mai Berlusconi non attacchi la stessa Polverini visto che lei dichiarò che la 194 è una legge di libertà. Ma lasciamo stare.
Comunque lei è in buona compagnia: i bersagli preferiti del premier sono i magistrati, le istituzioni.
Non c’è nulla di nuovo, mi pare che secondo loro, ormai, addirittura la Questura di Roma non è più affidabile. Alla fine rimarrà lui, da solo.
Tutti gli attacchi a lei sono sui diritti civili.
No, in realtà gli attacchi sono arrivati soltanto sulla maternità. Su tutte le altre battaglie, da quelle sugli immigrati a quelle per i diritti dei carcerati, invece c’è un silenzio tombale. Chissà, forse è perché queste battaglie il mondo cattolico si è speso per sostenerle. E chiaro che è stato scelto l’aborto, ma le battaglie dei radicali sono anche altre e su quel terreno, visto ciò che pensa il mondo cattolico, Berlusconi finirebbe per essere messo in imbarazzo.
Bossi l’ha definita una «abortista estrema». Che significa?
Lo chieda a lui. Ormai c’è anche un uso dell’italiano che è curioso. Se c’è qualcuno che sa quanto sia doloroso abortire sono le donne italiane, non certo Bossi. E in ogni caso la contrapposizione tra abortisti e antiabortisti è diventata davvero stucchevole. lo mi sono battuta sempre per una maternità liberale consapevole, contro l’infamia degli aborti clandestini. Ne sono fiera e ricomincerei dovunque fosse necessario. Dunque, non si abusi dell’ambiguità del termine "abortista" per far passare come un’amante dell’aborto chi difende il corpo delle donne. Ciò detto, l’atteggiamento di Bossi e di Berlusconi mi sembra più che altro un segno di debolezza.
A proposito, ma lei ha capito quale sia la posizione della Cei che in poche ore ha parlato, precisato e precisato ancora?
I vaticanisti sono altri. Non chiedete a me.
A movimentare la vigilia del voto c’è stata anche la questione relativa ai matrimoni gay.
Quel che dirà la Corte rappresenterà un vincolo per tutti, punto e basta. Non è una risposta diplomatica, perché in un paese democratico, di cui lo stato di diritto è un pilastro, le istituzioni esistono per questo.
Dopo di che ognuno potrà continuare la propria battaglia culturale a favore o contro. Noi con le nostre andremo avanti ma istituzioni sono pregate di rigettare leggi e sentenze.
Avrà visto che Bersani ha detto no ai matrimoni gay e la Concia l’ha bacchettato, chiedendo che se ne parli dopo la decisione della Consulta.
E’ davvero l’ultima preoccupazione che ho in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Ha detto bene la Concia: aspettiamo.
Non è preoccupata per il voto cattolico?
Non ne posso più di queste domande. i cattolici, poi, non sono un pacco di voti che si compra tanto al chilo. E’ offensivo nei confronti degli stessi cattolici considerarli come prede da allettare con artifizi vari o
come serbatoio di voti, e non per quello che sono, cioè cittadine e cittadini di questo paese, con la loro autonoma capacità di scelta. Se il tema del voto cattolico c’è, non è certo perché l’ho posto io. Non mi riguarda e, anzi, dovrebbe risolverlo chi lo ha sollevato.
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