Google rappresenta un boccone troppo ghiotto per rinunciare alla prospettiva di estendervi il controllo dei pubblici poteri
L'atteggiamento dell'opinione pubblica contro Google, il maggiore motore di ricerca al mondo, sta rapidamente cambiando. L'immagine dell'impresa di Mountain View sta perdendo quella patina positiva, per venire sempre più connotata come l'ennesimo gigante cattivo.
Nel nuovo Focus dell'Istituto Bruno Leoni "Google e l'assedio del 2009" (PDF), Massimiliano Trovato (Fellow di IBL) risponde punto su punto alle accuse mosse al motore di ricerca - dimostrando come esso rappresenti una realtà imprenditoriale e di mercato, che non va giudicata con categorie che appartengono a logiche extra-economiche. Google, ricorda Trovato, si è imposta sul mercato quando "i motori di ricerca già esistevano e prosperavano", con innovazioni che hanno permesso all’azienda di sbaragliare la concorrenza e controllare oggi saldamente due terzi del mercato negli Stati Uniti e circa il 90% nel nostro Paese. "Tuttavia", spiega Trovato, "è evidente che l’attuale supremazia di Google non è scolpita nella pietra, bensì è esposta ogni giorno al pungolo della concorrenza".
Se pertanto Google non può essere assimilata a un monopolio pubblico (né considerata alla stregua di una infrastruttura materiale), e se continua a godere di un così ampio favore da parte dei consumatori, l'ostilità nei suoi confronti è essenzialmente riconducibile a ragioni di altro ordine.
Da una parte, spiega Trovato, "è in atto un conflitto conclamato tra nuovi e vecchi mezzi di comunicazione, destinato ad aprire la strada ad un ineludibile ricambio generazionale". Dall'altro, "assistiamo ad una rivendicazione da parte della classe politica del proprio ruolo di controllo sociale, a lungo abdicato sul web più per superficialità ed incomprensione degli strumenti tecnologici, che per una passeggera conversione ad una filosofia pubblica meno intrusiva. In quest’ottica Google rappresenta un boccone troppo ghiotto per rinunciare alla prospettiva di estendervi il controllo dei pubblici poteri. Ciò che avviene a Mountain View ha un’enorme influenza - diretta o indiretta - sull’intero ambiente di internet. Mettere le mani sull’azienda - seppur con blandi ed occasionali interventi - è forse per l’attore pubblico l’unica opportunità di recuperare in un sol colpo gran parte del tempo perduto, imprimendo all’evoluzione della rete direzioni al momento non prevedibili".
"Google e l'assedio del 2009", IBL Focus n. 151, di Massimiliano Trovato è liberamente scaricabile qui: (PDF).
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