sabato 21 novembre 2009

Un documento storico da rileggere

Risorgimento Liberale (n. 4, Aprile 1944)

(Organo del Partito Liberale Italiano)

La concezione liberale deriva da profonde esigenze morali e politiche insite nella coscienza di ogni uomo moderno. Essa fu attuata in Italia da movimenti che, connessi con le più progredite correnti del pensiero europeo, furono massimi fattori del Risorgimento e dell'unificazione Nazionale, della prosperità dei primi anni di questo secolo, della vittoria del 1918.
Dopo che vent'anni di assolutismo hanno dimostrato a quali risultati conduca l'avvilimento della personalità umana e dei diritti individuali, il partito Liberale Italiano, rinnovato nello spirito e negli uomini, torna ad affermare i suoi principi e le sue tendenze programmatiche che gli consentono di definirsi il Partito della Libertà e del Progresso Sociale.
Come compito pregiudiziale ed indispensabile, si propone di restituire all'Italia la sua indipendenza ed il suo prestigio: a tale scopo ha unito fin da giorni lontani, ed unisce tutt'ora, le sue forze a quelle che combattono ed operano in ogni modo per liberare il paese dal Fascismo e dall'oppressione tedesca.
Il Partito Liberale si oppone ad ogni dittatura e ad ogni concezione totalitaria della vita politica ed economica da qualunque parte e con qualunque veste si presentino. Per l'affermazione e la difesa delle essenziali libertà di pensiero, di parola, di stampa, di associazione, di riunione, di culto, e per assicurare il pacifico svolgimento della lotta politica, il Partito impegna con assoluta intransigenza tutte le sue energie. Vuole che il Governo sia assicurato, attraverso le forme stabilite dalle leggi, alla maggioranza popolare secondo il principio democratico; ma ritiene non meno essenziale la garanzia dei diritti fondamentali dell 'individuo e delle minoranze. La dignità individuale va ripristinata e protetta perche lo Stato deve fondarsi sulla personalità dell'Uomo e servire al suo sviluppo e non aIla sua menomazione.
Indipendente da ogni interesse conservatore, ma non lanciato nella gara dei rivoluzionarismi, il nostro Partito, decisamente progressista, intende attuare la sua politica in un vigoroso ed attivo regime di libertà. Ripudiando ogni concezione classista e di esasperato nazionalismo, ma riconoscendo la realtà ed i diritti delle categorie sociali ed il valore dei sentimenti patriottici, fa appello, senza distinzioni di classi, a tutti gli Italiani che vedono nella libertà il principio risanatore della Patria.
L’incertezza delle attuali contingenze, la stessa difficoltà di consultare tutte le correnti confluenti nel nostro Partito, ci impediscono di esporre definitivi e particolareggiati programmi.
Ci limitiamo per ora ad enunciare alcuni orientamenti programmatici :
I.
Immediato studio ed energica attuazione di un piano di ricostruzione delle città, delle industrie e delle campagne devastate dalla guerra.
Politica tendente ad aumentare al massimo il reddito nazionale, evitando ogni inconsiderato esperimento rivoluzionario, ma eliminando rapidamente le produzioni connesse colla guerra e sostituendole con produzioni atte a soddisfare i bisogni di pace;
Finanziamento di tale ricostruzione economica, sia attraverso tutte le energie patrimoniali della Nazione, sia attraverso prestiti esteri, in una politica di mercato aperto.
II.
Nuove norme costituzionali affinchè siano chiariti, estesi e garantiti i fondamentali diritti di libertà ed assicurate istituzioni veramente democratiche.
III.
Riforma burocratica allo scopo di rendere più snella l'amministrazione e di assicurare dignitose condizioni di vita a tutti gli impiegati, particolarmente agli insegnanti ed ai magistrati, ai quali debbono essere garantiti prestigio ed indipendenza.
IV.
Limitazione dei poteri discrezionali delle pubbliche amministrazioni; eliminazione di ogni abuso ed arbitrio dell'autorità mediante la riforma delle leggi penali e di pubblica sicurezza.
V.
Ritorno alle amministrazioni locali elettive, promuovendo forme di autonomia comunale e regionale compatibili con l'unità dello Stato.
Riforma scolastica, che, integralmente rinnovando i programmi, curi la formazione morale dei giovani e rafforzi in loro il senso del dovere civico ed umano. Ritorno della scuola alla sua funzione di severa selezionatrice dei valori individuali. Sana autonomia delle Università.
VII.
Graduale abolizione di tutti i dazii protettivi, dei divieti di emigrazione, di importazione ed esportazione, al fine del più rapido abbandono della politica autarchica: conseguente ritorno dell'Italia nel sistema economico mordiate.
Difesa e controllo da parte dello Stato della libertà del mercato e del leale svolgimento della concorrenza, unica vera tutela del consumatore.
Adozione di piani di lavori produttivi per combattere la disoccupazione.
Sistema di assicurazione a parziale carico dello Stato che garantisca adeguate condizioni di vita ai lavoratori.
VIII.
Considerazione del problema agricolo come naturale fondamento della rinascita economica Italiana.
Effettivo potenziamento della produzione, orientandola verso le colture più redditizie con particolare riguardo all'esportazione, non a mezzo di battaglie del grano o di altri sistemi artificiali di inflazione di alcuni settori produttivi ai fini politici dell'autarchia.
Politica di credito agrario adeguata a tale potenziamento, agevolando le iniziative di trasformazione culturale e di dotazione zootecnica e promuovendo la formazione di una nuova classe di piccoli e medi imprenditori e proprietari agricoli.
Revisione e graduale abolizione dell'intervento statale nella integrazione dei prezzi a favore dei produttori.
Meccanizzazione, ove possibile del lavoro agricolo per l’accrescimento dei prodotti ed il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Estensione e miglioramento delle reti stradali e dei mezzi di trasporto dei prodotti agricoli; facilitazioni tecniche di tariffa nei trasporti ferroviarii per l’accesso dei prodotti ai mercati interni ed internazionali.
IX.
Soppressione di ogni limite per la creazione dì nuovi impianti industriali ed abolizione di ogni condizione di privilegio esistente.
Rigoroso controllo e, ove occorre nazionalizzazione, senza privilegi, delle grandi industrie relative a servizi pubblici od operanti sui piano nazionale od internazionale in regime di monopolio.
X.
Politica e legislazione del lavoro che tendano ad elevare in ogni possìbile forma i diritti e le funzioni dei lavoratori sia industriali che agricoli.
Prolungamenlo del periodo di istruzione obbligatoria e sua assoluta gratuità. Nuove scuole professionali con insegnamento serio ed efficace; ampie ed adeguate facilitazioni di studio per i meno abbienti, assicurando uguaglianza di possibilità per tutti.
Organizzazione efficiente di ogni forma assistenziale e ricreativa. Pieno riconoscimento delle libertà sindacali, escludendo l'obbligatorietà delle iscrizioni e dei contributi. Diritto ai lavoratori associati di nominare i propri rappresentanti con metodo democratico e di difendere i propri interessi anche mediante sciopero.
Partecipazione dei lavoratori alla conduzione aziendale al fine di una più equa ripartizione dei risultati del lavoro e di una democratica selezione dei dirigenti.
Elevazione delle condizioni di vita di tutti i lavoratori e particolarmente delle popolazioni rurali che, decentrate in piccole comunità e disperse in sedi isolate, sono prive del conforto materiale e dell'assistenza che hanno contribuito all'elevazione delle masse urbane. Miglioramento delle abitazioni rurali e dell'assistenza igienica; diffusione delle scuole rurali specializzate, delle istituzioni di ricreazione educativa e di ogni altro mezzo volto al progresso dei ceti contadini.
Nuova impostazione dei rapporti di lavoro agricolo intesa alla graduale riduzione del bracciantato e del salariato, mediante l'adozione di forma obbligatoria di compartecipazione diretta dei lavoratori al processo produttivo.

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