mercoledì 28 ottobre 2009

Affaritaliani svela il piano del rutelliano Dellai

Martedì era sul palco del teatro Parenti di Milano, seduto accanto a Francesco Rutelli. Non a caso, visto che Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, può forse considerarsi come il primo motore del nuovo progetto politico di centro (o "offerta politica", come allo stesso Rutelli piace sottolineare) lanciato dall’ex leader della Margherita. Infatti oggi Dellai sarà a Roma per presentare ufficialmente “Unione per il Nord”, un coordinamento fra diverse forze regionali che si considerano estranee alla logica dell’attuale bipolarismo, definito "rissoso e inconcludente"
Mercoledí 28.10.2009

da affaritaliani.it

Martedì era sul palco del teatro Parenti di Milano, seduto accanto a Francesco Rutelli. Non a caso, visto che Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, può forse considerarsi come il primo motore del nuovo progetto politico di centro (o "offerta politica", come allo stesso Rutelli piace sottolineare) lanciato dall’ex leader della Margherita. Infatti oggi Dellai sarà a Roma per presentare ufficialmente “Unione per il Nord”, un coordinamento fra diverse forze regionali che si considerano estranee alla logica dell’attuale bipolarismo, definito "rissoso e inconcludente". Si tratta di una sorta di network, battezzato la scorsa settimana a Trento, che vede coinvolti esponenti lombardi, liguri, veneti, friulani, emiliani ed appunto trentini, che dovrebbe rappresentare il primo passo, volutamente dal basso e dai territori, della nuova formazione. Insomma, il primo gemito in Trentino e da lì giù per il resto d’Italia.

E neanche questa sarebbe una novità assoluta per la politica italiana, visto che dieci anni fa nacque proprio sotto le Alpi una lista civica con un simbolo poi destinato ad essere 'esportato': la Margherita. Un progetto che, manco a dirlo, aveva come ispiratore proprio Dellai e che finora gli ha assicurato ben tre mandati di fila alla provincia a statuto speciale. Del resto il presidente trentino - timido, patito delle vacanze in camper e con una lunga militanza nella sinistra Dc proprio nella Regione del fondatore Alcide De Gasperi - è stato uno di quelli che in tempi non sospetti ha denunciato tutte le perplessità sul Partito Democratico, tanto da decidere di non confluire e fondare in alternativa l’Unione per il Trentino, forza alleata ma distinta dal Pd. A gennaio fece scalpore una sua intervista in cui parlava di mix non riuscito fra cultura socialista e popolare e quindi dell’esigenza di un nuovo centro riformatore accanto al Partito Democratico. Adesso la vittoria di Bersani e la scelta di Rutelli gli danno un assist perfetto per coltivare il suo progetto.

Dalli scende in campo, ecco il suo progetto spiegato davanti alle telecamere di Affaritaliani.it

"L'attuale assetto della politica sta nascendo anche come riflessione di respiro nazionale. Trovo che non sia un libro, piacevole nello stile e serio nei contenuti. Trovo che non sia un libro politologico, ma un tentativo di narrazione della società italiana. Forse, se vi è stato uin grande deficit della cultura politicia di sinistra, è stato proprio un deficit di narrazione".

E ancora: "Trovo sintonia con la filosofica che emerge dal libro di Francesco (Rutelli, ndr). Una riflessione che viene da lontanto, fondata sulla base di un'esperienza. Anche se c'è un punto che fa parte delle nostre diversità. Francesco, al contrario di me, ha aderito al Pd. Io no. La domanda è se poteva nascere un partito così, date le condizioni. O se non siamo tutti caduti nella trappola della semplificazione".

L'elezione di Bersani alla segreteria... "La nascita del Pd può essere anche stata una trappola della semplificazione. Io penso che l'elezione di Bersani alla segreteria sia un chiarimento di una situazione che andava chiarita. Il popolo delle primarie ha individuato un percorso che porta il Pd a identificarsi in quella idea di sinistra di matrice socialdemocratica. Rispetto queste scelte e possiamo pensare a forme di cooperazione. Ma non è la mia identità. E nel mix di soggetti che dovranno costruire alleanze per il Paese serve una sinistra che cerchi di recuperare aree elettorali che nel Nord votano Lega, che sono sperdute, incerte".

Della spiega che "è certo che mai come in questo momento emerge come l'offerta politica sia assolutamente inadeguata. Questa inadeguatezza non si supera con la tattica, riproponendo nuove alleanze se non cambiano i soggettti politici. C'è un deficit strategico, non tattico. Bisogna rivedere i soggetti politici che ci sono in campo. Il Paese ha bisogno di un nuovo soggetto politico che non sia visto in una logica tattica o di pura contingenza. Mi piace quando Francesco ha detto di non volere sentire che 'nasce il partitino di Francesco Rutelli'. Non abbiamo bisogno di altri partitini. Abbiamo bisogno che singole persone si ritrovino in un grande progetto politico. Che sia pensato con criteri di vera novità".

"Non dobbiamo ripetere gli errori del passato, e cioè pensare che la politica sia organizzata solamente con una visione centralistica. Su questo penso che potremmo trovare tanti progetti. Qualche cosa di nuovo è nato. A Roma sarà presentato un primo documento collettivo, niente di più niente di meno, con una visione che non è tattica ma strategica, sapendo che noi non abbiamo l'abitudine di salire dai predellini, ma la facciamo dal basso, con il tempo che serve, perché vogliamo realizzare delle cose serie, che durino e che siano nell'interesse della nostra comunità. Penso che un percorso sia partito e dobbiamo farlo con la serenità di chi non vuole distruggere quello che c'è ma di chi vuole costruire quello che ancora non c'è".

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