giovedì 24 settembre 2009

Primarie libere a tutti o per pochi “eletti” ?

di Pino Moruzzi
(iscritto al PD di Fiorenzuola d’arda)


Sono ben convinto che questa fase congressuale del Partito Democratico, della nostra Provincia, abbia avuto sufficienti occasioni di confronto e di dibattito e dunque è lontana da me la voglia di volerne appesantire il clima, pensando anche a chi di tutto questo ben poco gli importa; senonché credo sia assolutamente necessario richiamare i termini di un problema sollevato dalla mozione Bersani,
che è, anche per il modo con cui è stato presentato, a mio giudizio sottovaluto o non capito.
L’argomento è la “forma partito”: le regole di comportamento etico, che lo sottendono, e quelle organizzative attraverso le quali si formano le tesi e si scelgono i soci che le rappresentano innanzi ai contesti locali e nazionale.
Vi sarebbe poco o nulla da dire, ma solo da imitare, se i partiti classici, con riferimento particolare ai due maggiori DC e PC, si fossero mostrati virtuosi o semplicemente emendabili.
Al contrario, ed ormai è storia italiana, l’opinione pubblica bocciò senza riserve quel sistema, dando chiari segnali, specie attraverso la stagione referendaria, di volersi inserire direttamente nel mondo della politica.
Aiutarono questo processo due avvenimenti epocali; la caduta del muro di Berlino e l’avvento dei mass media che crearono un mondo sostanzialmente diverso da un passato vicino, ma ormai irriconoscibile.
I partiti che vennero a formare il PD presero atto della situazione, e diedero al nuovo Movimento un Segretario nazionale eletto direttamente dal popolo attraverso le “Primarie” dalle quali uscì vincitore Veltroni suffragato da oltre 4 milioni di voti.
Successivamente il PD, sotto la segreteria Franceschini, si è dato, a seguito di un lungo e proficuo impegno, uno statuto del partito che aveva da conciliare l’esistenza di un’organizzazione sul territorio, necessaria per tutte le incombenze amministrative e politiche, nonché la testimonianza di una presenza amica e vicina alla popolazione, con la voglia di protagonismo espressa dall’opinione pubblica, non più disponibile ad offrire compiacenti e gratuite adesioni.
Il risultato, che chi scrive ritiene buono, è quello che utilizziamo in questi giorni congressuali: gli iscritti al Partito durante le riunioni che si stanno succedendo nei vari Circoli prendono visione e discutono le mozioni congressuali dei candidati alla segreteria, eleggendo i delegati che poi, nella convenzione provinciale, voteranno, a loro volta, i delegati alla convenzione nazionale che dovrà definire i candidati alla segreteria da portare al voto nelle primarie.
Poi, tutti insieme, soci e cittadini semplici che lo riterranno necessario, senza alcuna limitazione, si recheranno, il 25 ottobre, a scegliere il nuovo Segretario che diventerà così un Leader responsabile di un partito moderno, nonché garante diretto del programma e delle idee vincenti per tutti gli elettori.
Ebbene in questo contesto la mozione Bersani se ne esce con un proposito che a mio giudizio, peggio non potrebbe essere.
Al paragrafo “che cosa significa democratico” si legge “le primarie ….richiedono nuove regole ispirate a due criteri:non devono trasformarsi in un plebiscito e non possono essere distorte da altre forze politiche” per cui si renderà necessario la creazione di un “Albo degli elettori che deve essere effettivamente pubblico e certificato”.
Ritengo, a commento mio finale, che una maniera più diretta, ma anche abbastanza subdola e maldicente, per tornare malinconicamente nella casa di un partito monolitico, non ve ne possa essere.
L’ipotesi, infatti, sarebbe che un nostro elettore che a suo tempo non intese iscriversi per una sua disistima dei partiti e volendo mantenere una libertà anche psicologica, si inserisca in un albo non meglio precisato ma indubbiamente pubblico e certificato che magari non gli da neppure quella segretezza che già vale per i soci diretti del partito.
Se io non conoscessi il passato politico ed amministrativo dell’on. Bersani potrei anche pensare che egli creda veramente che il suo Albo possa avere successo.
Purtroppo è fin troppo evidente che ci troviamo innanzi ad un ritorno nel passato che, fra l’altro, non era certamente il passato di tutte le componenti politiche dell’attuale PD.
Ritengo di dover esprimere un appello a chi andrà votare nei circoli e poi, particolarmente, a tutto il popolo delle primarie perché voti in modo da sconfiggere una tale deleteria ipotesi.


Piacenza 24 settembre 2009

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