domenica 10 aprile 2011

Discorso introduttivo a incontro con Bortolussi e Bottacin del 8 aprile2011

Testo intervento di Carlo Annoni tenuto a introduzione incontro pubblico 'Una comunità oltre la crisi”.


Grazie intanto per la presenza a tutti i convenuti.
E’ per me un piacere presentare questa serata che vede ospiti della nostra associazione gli amici Giuseppe Bortolussi e Diego Bottacin.
Ma, prima di parlare del tema di stasera e dei nostri ospiti, vorrei ricordare l’oggetto della nostra Associazione, che “ha .. finalità culturali, nonché d’impegno operativo, in tutte le attività di studio, di ricerca, di documentazione e diffusione del pensiero e della esperienza del Liberalismo, del Cattolicesimo Popolare e del Socialismo Liberale”.
Ecco, in questi giorni sono stato spesso interpellato per spiegare in termini, consentitemi, di “piccola politica” l’incontro di stasera.
“Siete con questi e non con quelli?” “siete usciti da qui e entrati di là?” e domande simili, che denotano la tendenza tutta dell’Italia degli ultimi decenni ad una lettura delle cose miope e di brevissimo periodo.
Come dice il ciclista Prodi, nella politica servirebbero dei passisti e qui invece sono tutti scattisti!
Ecco, siamo qui con lo spirito dei passisti: per discutere e riflettere di politica e di politiche, con orizzonti temporali non necessariamente brevi e sicuramente non per rincorrere le mode effimere a cui sembra spesso essersi ridotta la politica italiana, dove sembra valga il motto “cambiare tutto purchè cambi niente”.
Ecco, siamo qui tra amici che hanno maturato anche decisioni politiche differenti, ma che ritengono che una politica modernizzatrice e dal volto umano non possa che fondare le proprie radici nell’incontro tra liberalismo, popolarismo, e socialismo umanista.

Fatta questa necessaria premessa, introduco ora il dibattito e lo farei partendo dal movimento “Verso Nord”.
Il Manifesto da cui nasce “Verso Nord” nel 2010 porta a premessa la necessità di superare l’attuale bipolarismo italiano visto come ostacolo alla modernizzazione del Paese.
Ora non so se il bipolarismo sia in crisi o se più banalmente siano gli attuali attori ad esserne il limite.. quello che sappiamo di certo è che questo Paese, il nostro Paese, da Nord a Sud, è da anni in crisi: crisi di identità, crisi economica, crisi di idee, crisi sociale, crisi morale, crisi di rappresentanza politica (ma non solo).
Alla detonazione manca solo la crisi finanziaria, che speriamo di evitare, ma alla fine confidando più nello stellone che nelle nostre capacità.
I numeri impietosi che ISTAT, OCSE e altri forniscono, ci consegnano il quadro di un Paese che non riesce a crescere, le cui imprese faticano a competere, la cui società è frammentata e rissosa, la cui “classe” dirigente, politica e non solo, si dimostra incapace di guidare il Paese al cambiamento necessario per affrontare con successo la sfida della globalizzazione.
La globalizzazione, nei numeri, è stata occasione per un progresso globale, ma non tutti i Paesi hanno saputo approfittare di questo movimento epocale che è partito nei lontani anni 80 ed è stato reso possibile dai progressi delle tecnologie delle comunicazioni, dell’informatica e dei trasporti.
In Italia tante aziende hanno saputo cogliere le opportunità della globalizzazione, ma quando lo hanno fatto si sono trovate a farlo in un ambiente domestico sostanzialmente ostile al business, all’iniziativa privata.. non necessariamente per cattiva volontà di qualcuno, ma oggettivamente avviluppati e penalizzati da un Paese che ancora non ha superato la concezione del proprio popolo come quello di un popolo di sudditi da tartassare e vessare..a prescindere!
Il Sole 24 Ore in una recente serie di interventi chiedeva: “perché l'Italia non cresce? Perché quando le cose vanno male, da noi vanno peggio e quando vanno bene, da noi vanno meno bene? Perché negli ultimi quarant'anni siamo cresciuti meno delle altre aree del mondo, sia quelle lontane che quelle vicine? Perché questo divario di crescita si è ancora allargato negli ultimi anni?”
A questa domanda prova a rispondere il Manifesto di “Verso Nord” cui ha contribuito l’amico Bottacin ed immagino vorrà provare a rispondere l’amico Bortolussi, fresco della sua ultima opera “Tassati e mazziati”.

Mi aspetto poi qualche riflessione sul quadro e sugli scenari politici, con qualche parola a raccontarci come si vada a collocare l’iniziativa di “Verso Nord”, a quali domande vuole rispondere, a chi vuole rivolgersi.

La parola ora all’amica Patrizia Calza, spirito libero, cattolica “vera”, amministratrice locale iscritta al PD ed aderente alla “Associazione Libertà e Responsabilità”, che presiederà e modererà l’incontro.

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