Qualche giorno fa duro botta e risposta fra il radical-dem e il liberal-dem all’effervescente circolo 02Pd
Gianni Del Vecchio
da Europa
16 ottobre 2010
In un’intervista al settimanale Left, il responsabile dell’economia del Pd, Stefano Fassina ha ribadito per l’ennesima volta che lui oggi a piazza San Giovanni ci sarà. Dalla parte della Fiom e non della Fiat, perché sul caso Pomigliano «abbiamo riconosciuto che nel documento conclusivo presentato da Marchionne ai sindacati c’erano dei punti che rischiavano di mettere in discussione i diritti dei lavoratori». Su una linea completamente diversa invece si trova il senatore Pietro Ichino, che non solo non scenderà in piazza, ma la scorsa settimana ha fatto sapere ai duri e puri della Fiom che le loro tesi sull’illegalità dell’accordo firmato da Cisl e Uil su Pomigliano sono false.
Per il professore, infatti, non c’è proprio nulla d’illegale nella proposta di contratto accettata da Bonanni e Angeletti.
Fassina e Ichino oggi incarnano le diverse posizioni all’interno del Pd su uno dei temi fondanti del partito: il lavoro. Maggioranza contro minoranza, con poche possibilità di mediazione. Una polarizzazione che è andata in scena lunedì sera a Milano, in un dibattito pubblico davanti a una cinquantina di militanti democratici. L’incontroscontro fra i due è stato organizzato dal circolo meneghino 02Pd, uno dei più effervescenti d’Italia. È quello, per capirci, i cui iscritti scrissero e interpretarono la canzoncina pro-Veltroni “I am Pd” durante la campagna elettorale del 2008. E infatti i tesserati si sono divertiti anche stavolta, presentando il dibattito con un volantino in cui i guantoni di Fassina e di Ichino si incrociavano minacciosamente.
Durante l’incontro, a cui Europa non era presente ma che è riuscita a ricostruire ascoltando diverse testimonianze di chi era in sala, i due non si sono risparmiati critiche e colpi bassi. Da una parte Ichino, che ha presentato per l’ennesima volta il suo progetto di flexsecurity alla danese: la proposta si basa sull’abolizione delle differenze contrattuali fra garantiti e precari e sull’introduzione di un contratto unico a tutele crescenti. Il tutto con l’inevitabile corollario di un necessario ripensamento dell’articolo 18. A questa proposta Fassina ha risposto picche, sottolineando come la disoccupazione sia dovuta alla crisi globale e a una crescita stagnante da troppo tempo. E che il contratto unico è solo una «scorciatoia inesistente» mentre sarebbe necessario rendere più costosi i contratti precari e più convenienti quelli a tempo indeterminato. Di conseguenza, per il consigliere di Bersani non se ne parla neanche di mettere in discussione l’articolo 18.
Uno scambio di battute che riesce a scaldare i cuori e gli animi dei militanti di 02Pd. Che non si fanno scappare l’occasione per gettare benzina sul fuoco con interventi decisi, mettendo nel mirino soprattutto Fassina, accusato di voler difendere lavoratori già ipergarantiti e di stare dalla parte della conservazione. Secondo la versione di un partecipante, alcuni in sala se ne sarebbero andati prima della replica finale dell’uomo vicino a Bersani, in segno di contestazione.
Insomma, un clima tutt’altro che sereno, che conferma come le divisioni nel partito siano molto sentite anche nella base. E che la manifestazione di oggi, con la scelta di permettere a dirigenti e parlamentari di partecipare o meno a loro piacimento, potrebbe accentuare ulteriormente.
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