domenica 29 agosto 2010

Trichet si smarca dalla politica ultra-espansiva di Bernanke: il problema è il debito

di Vittorio Carlini
29 agosto 2010
da Il Sole 24 Ore
Ha dato il «la» Ben Bernanke, affermando che la sua Fed è «pronta a misure straordinarie» per contrastare il rallentamento dell'economia. Poi ha continuato, sempre nella valli del Wyoming a Jacson Hole, Jean Claude Trichet. Il presidente della Banca centrale europea, nel simposio tra banchieri ed economisti organizzato dalla "riserva" di Kansas City, ha però preso una strada un po' diversa (leggi l'intervento in iglese): ha sottolineato che i governi rischiano di dar vita «a un decennio perduto», se ritardano nel contrastare la crescita dei debiti pubblici causati dalla crisi finanziaria. Certo, non c'è lo stop alle misure espansive di politica monetaria. Tuttavia, l'accento è posto su un maggiore rigore riguardo alle finanze pubbliche.

Le lezioni del passato
«La lezione che arriva dal passato - dice Trichet - ci insegna che affrontare l'eredità dei disavanzii pubblici non è soltanto un dovere ma anche la condizione necessaria per poter sostenere un recupero dell'economia». «Il primo nostro obiettivo devess'ere quello di non permettere che si ricada in un altro decennio perduto», come quello che, almeno sul fronte borsitisco, si è ormai concluso.

Il richiamo all'austerity fiscale contrasta, da un lato, con l'impostazione del presidente Barack Obama, che ha come primo obiettivo la spinta all'economia costi quel che costi ( o quasi); ma, dall'altro, si mette di traverso alla chiamata "alle armi" della liquidità formulata dal collega Bernanke. Mr. Bce ha mantenuto ferma l'impostazione di Eurotower di non indicare né propri outlook economici né strategie di politica monetaria in una settimana che vede appuntamenti rilevanti di diverse istituzioni su questi temi.

La riduzione del debito
Sul più lungo periodo, Trichet ha sottolineato che «la riduzione del debito tra i consumatori, i governi e gli imprenditori è essenziale per garantire il ritorno alla stabilità». L'impostazione di Trichet è, ovviamente, influenzata dalla storia recente del debito pubblico in Eurolandia, e non solo. «Alla fine di quest'anno il livello del debito pubblico, in Europa, sarà salito del 20% rispetto al 2007, mentre in Giappone e negli Stati Uniti sarà cresciuto del 40%», ha detto Trichet. Il quale, poi, ha dato un uleriore affondo: «Qualcuno - ha detto -suggerisce che nel breve periodo l'outlook economico suggerisce più deficit-spending e che il dibatito sul debito, per adesso, deve essere accantonato».
Vivere all'infinito con i debiti è sbagliato
«Così facendo -ha aggiunto il presidente della Bce - rischiamo di instradarci lungo una china molto pericolosa»,; rischiamo di finire come il Giappone quando le banche contribuirono a rendere debole l'economia, mantenendo in vita aziende tecnicamente fallite o non "protestando" prestiti non più esigibili. «Così l'opzione di "vivere con il debito" all'infinito non è una soluzione. Porterà solo ad avere più guai».

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