Duemiladieci battute
di Francesca Fornario
L'Unità
6 gennaio 2010
A ottanta giorni dalle elezioni regionali, il Partito Democratico è nel caos. Nel Lazio, lo scaltro tentativo di Massimo D’Alema di convincere Renata Polverini a candidarsi per il centrosinistra rischia di naufragare a causa delle proteste degli elettori del Pd, prigionieri di una loro infantile visione del mondo diviso in schieramenti contrapposti. Gli sforzi diplomatici di D’Alema hanno però dato buoni risultati in Puglia.
Dopo una notte di colloqui, si è stabilito che il candidato sul quale possono convergere le preferenze di Pd, Udc e Vendoliani è un trullo di Alberobello: una scelta che D’Alema reputa vincente perché legata al territorio e perché non si è mai visto un trullo che tira cocaina a un festino. Per strappare le regioni del nord alla destra, D’Alema punta invece a una riforma condivisa della Costituzione: la riannessione del Lombardo-veneto all’Austria. Più difficile la partita in Toscana e in Emilia Romagna. Qui il Pd potrebbe vincere nonostante la rottura con l’Idv e i radicali e nonostante l’alleanza con l’Udc, la quale è alleata anche con il centrodestra. Secondo i dalemiani, la sconfitta è un traguardo ambizioso ma non impossibile. La strategia di D’Alema, ispirata a un combinato disposto tra la bozza della Bozza-Violante e La Cantatrice Calva di Eugène Ionesco, suggerisce di abbandonare una puerile visione logico-sequenziale della realtà in quanto ormai superata dal concetto filosofico di assurdità dell'esistenza. In questa ottica, la situazione attuale del Pd non va vista come una tragedia ma come un’anticommedia. In altre parole, conviene lasciare le regioni rosse al centro-destra; per motivi che ora ci appaiono sbagliati ma che saremo in grado di comprendere dopo aver letto altri settecento editoriali di Giuliano Ferrara. L’obiettivo è arduo soprattutto in Emilia Romagna, dove Vasco Errani potrebbe essere riconfermato per la terza volta. D’Alema, però, può ancora giocarsi qualche asso. L’alleanza con la Lega, o la sostituzione di Errani con Bassolino.
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