Il giorno dopo l'articolo che definiva Silvio Berlusconi "un pericolo" per la democrazia italiana ed un cattivo esempio in Europa, il Financial Times insiste. E' Tony Barber, corrispondente da Roma da anni pungente censore del leader del PdL, a scrivere sul suo blog da Bruxelles che no, la vera colpa di Berlusconi non è Noemi Letizia: è la sua imperizia al governo.
da www.rainews24.rai.it
Londra, 28-05-2009
Il giorno dopo l'articolo che definiva Silvio Berlusconi "un pericolo" per la democrazia italiana ed un cattivo esempio in Europa, il Financial Times insiste. E' Tony Barber, corrispondente da Roma da anni pungente censore del leader del PdL, a scrivere sul suo blog da Bruxelles che no, la vera colpa di Berlusconi non è Noemi Letizia: è la sua imperizia al governo.
Il caso Noemi rende "furiosi di rabbia" gli avversari di Berlusconi, scrive Barber, perché il premier ancora una volta ne uscirà indenne, come del resto dalla 'condanna virtuale' nel processo Mills: "In qualsiasi altro paese europeo, uno scandalo di queste dimensioni avrebbe fatto cadere il primo ministro in minor tempo di quanto ci voglia a dire "papi". Ma non in Italia, dove Berlusconi è riuscito a fare approvare dal Parlamento una legge che gli dà l'immunità". Insomma, in Italia siamo di nuovo al solito scambio di accuse fra premier e giudici, ma non è questo il punto.
"Nel tribunale dell'opinione pubblica qualcuno potrebbe considerare sorprendente che Berlusconi non sia condannato quale uno dei peggiori governanti chiamati a guidare l'economia italiana dal 1945. Il suo primo, breve governo nel '94 non portò a casa nulla. I suoi 5 anni al potere dal 2001 al 2006 si sono segnalati soprattutto per il fallimento nell'introduzione di quelle riforme liberali di cui l'Italia ha terribilmente bisogno per tornare competitiva nell'area euro. Ora, gestisce un declino che per il Fondo Monteraio Internazionale potrebbe fare dell'Italia l'unico paese euro a sperimentare tre anni consecutivi di recessione, dal 2008 al 2010".
Ma "quell che è peggio, il debito pubblico italiano toccherà il 116% del Pil nel 2010, secondo la commissione Ue. In altre parole, l'Italia tornerà alla situazione in cui si trovava a fine anni '90. Noemi o no, questo è il vero peccato di Berlusconi", conclude Barber.
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